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Rapporto Istat sulle “Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente”

immigrazione-Fonte: The Post Internazionale

Il numero di immigrati in Italia, tra il 2012 e il 2013, è diminuito del 12,3%, mentre gli emigranti sono aumentati del 18,4%.

In altre parole, il trend dei cittadini stranieri che sono entrati in Italia nel 2013 è negativo, mentre quello dei cittadini che hanno lasciato il Paese nello stesso periodo di tempo è positivo.

Lo rivela uno studio dell’Istat, che ha calcolato il saldo (cioè la differenza) tra quanti cittadini hanno deciso di lasciare l’Italia nel 2013, anziché immigrare o rimanere.

Record di italiani emigranti

Nel 2013 sono stati 82mila i cittadini italiani che hanno lasciato l’Italia (il 20,7 per cento in più rispetto al 2012). A questi si aggiungono anche i cittadini stranieri che vedono sempre di più nell’Italia una tappa intermedia, decidendo quindi di ripartire alla volta di altri Paesi: il 14,2 per cento nel 2013 ha cancellato l’iscrizione all’anagrafe italiana.

Gli italiani che lasciano il proprio Paese – mai così tanti negli ultimi dieci anni – in genere scelgono di spostarsi nel Regno Unito (13mila emigrati), Germania (11mila), Svizzera (10mila) e Francia (8mila). Questi Paesi accolgono oltre la metà dei flussi in uscita.

Chi emigra

Il 57,6 per cento degli italiani che lasciano il Paese è di genere maschile. La fascia d’età in cui la volontà di partire si manifesta è quella dai 20 ai 45 anni, e corrisponde con la fine del periodo di formazione scolastica o con l’età lavorativa.

Il 31 per cento di chi è emigrato ha conseguito una laurea e nel 2013 più di 6mila laureati sono rientrati in Italia, ma ben 19mila hanno deciso di trasferirsi all’estero.

Immigrazione

Gli stranieri regolarmente registrati in Italiano nel 2013 erano 307mila, ovvero 43mila in meno rispetto al 2012 (-12,3 per cento). Ciononostante, il Paese rimane tra le mete preferite dai migranti, insieme a Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia.

Il gruppo più numeroso di immigrati in Italia appartiene alla comunità rumena (58mila ingressi), seguita da quella marocchina (20mila), cinese (17mila) e ucraina (13mila).

Ma, rispetto al 2012, risultano in calo di 23 mila unità le iscrizioni all’anagrafe di cittadini rumeni (-29 per cento). In termini relativi, calano significativamente anche le iscrizioni di cittadini ecuadoriani (-37 per cento), ivoriani (-34 per cento), macedoni (-26 per cento) e polacchi (-24 per cento).

 

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