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Web tax, l’Italia lavori per una politica fiscale europea

Movimento Consumatori: “bene la norma transitoria in Italia, ma lo scenario futuro di una tassazione del genere, per essere davvero efficace, non potrà che essere di tipo europeo”.

 

Web tax alla ribalta. Movimento Consumatori, che recentemente ha anche aderito alla petizione lanciata Progressi.org, “Digital tax anche in Italia”, ritiene l’intenzione del Governo di mettere a punto norme per regolare i rapporti tra il fisco e i colossi della rete un passo dal forte peso politico – in attesa che si raggiunga l’accordo a livello internazionale – verso la definizione di modalità che consentano di attrarre a tassazione le attività economiche svolte in Italia dai gruppi multinazionali operanti sul web.

Dopo il recente accordo tra Agenzia delle entrate e Google, l’ipotesi è una web tax, che potrebbe produrre un gettito di 5 miliardi di euro, da inserire con un emendamento nella “manovrina” di correzione dei conti pubblici che è all’esame del Parlamento.

“E’ tempo di dire basta al Tax Ruling – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – e a ogni accordo di tipo ‘privatistico’ tra Stati e imprese che legittimi l’evasione in nome dell’attrazione degli investimenti. Il Governo italiano può ora fare una scelta di forte valenza simbolica per riportare a equità il nostro sistema fiscale. Sappiamo che lo scenario futuro di una tassazione del genere, per essere davvero efficace, non potrà che essere di tipo europeo (auspichiamo quindi che il ministro Padoan ponga davvero sul tavolo del G7 di Bari tale proposta), ma visto che allo stato attuale la politica fiscale richiede l’unanimità degli Stati membri, il ruolo dell’Italia deve essere quello di fare da apripista e dimostrare ai timorosi partner europei che il ‘re è nudo’. L’Italia dica un forte sì da subito a una nuova tassa per multinazionali del web che fanno profitti in Italia, stoppando in radice l’eludere del nostro fisco”.

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