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Pilastro europeo dei diritti sociali: alla Camera l’esame del testo

Le Commissioni XI-Lavoro e XII-Affari Sociali alla Camera hanno iniziato, in sede di atti dell’Unione europea, l’esame congiunto della “Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Istituzione di un pilastro europeo dei diritti sociali“.

Si tratta di un ulteriore passo in avanti per il documento che contiene 20 principi e diritti fondamentali per  sostenere il buon funzionamento e l’equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale.

La comunicazione “Istituzione di un Pilastro europeo dei diritti sociali” e la proposta di “Proclamazione interistituzionale sul Pilastro europeo dei diritti sociali” sono state presentate lo scorso 26 aprile dalla Commissione europea, che ha così stabilito un quadro orientativo di riferimento per l’azione futura degli Stati, ai quali è demandata in via prioritaria l’attuazione del Pilastro sociale.

Il Pilastro ribadisce alcuni diritti già presenti nell’acquis dell’Ue e nelle normative internazionali, integrandoli in modo da tener conto delle nuove realtà. In particolare, trae diretta ispirazione da un corpo di regole sociali presente nell’ordinamento dell’Unione europea, a partire dai Trattati e dalla Carta europea dei diritti fondamentali, così come interpretati dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, implementato da oltre 50 direttive.

Per la definizione del Pilastro, l’Unione europea ha aperto, da marzo a dicembre 2016, una consultazione pubblica durante la quale sono state raccolte 16.000 opinioni di cittadini e stakeholder, tra cui quella del Forum Nazionale del Terzo Settore.

Il 22 dicembre 2016 il Governo italiano ha trasmesso alla Commissione europea una risposta ufficiale dell’Italia alla consultazione. Nella sua visione, il raggiungimento degli obiettivi sanciti del Pilastro europeo dovrà essere conseguito sia attraverso la promozione e lo sviluppo di adeguate politiche sociali a livello nazionale, sia attraverso la costruzione condivisa di strumenti ed azioni a livello Ue.
Inoltre, secondo il Governo, la proposta di Pilastro sociale contiene pochi riferimenti e richiami alle policy europee nel settore digitale, non declinando il contributo potenziale delle tecnologie digitali ai diversi ambiti di intervento prioritario. Il Governo ritiene anche per l’esperienza maturata nei territori, che l’integrazione dei cittadini immigrati – in particolare dei minori – richieda un approccio olistico e sistematico che guardi a tutte le dimensioni della vita (scuola, servizi, lavoro, sanità, previdenza).

Qui il pilastro europeo dei diritti sociali in 20 punti: https://ec.europa.eu/commission/priorities/deeper-and-fairer-economic-and-monetary-union/european-pillar-social-rights/european-pillar-social-rights-20-principles_it

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