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Formare per crescere: il Forum si interroga

Quali sono le attività a cui i dirigenti di Terzo settore dedicano più tempo? Quanto e quale uso si fa dei device tecnologici all’interno delle associazioni? Che tipo di formazione possiedono i “quadri” e in quale formazione vorrebbero investire per il loro personale? Quali sono i principali strumenti utilizzati per il fundraising?

A queste e ad altre domande risponde l’“Indagine conoscitiva sulle competenze strategiche dei dirigenti del Forum Nazionale del Terzo Settore”, di cui si è parlato il 13 luglio, a Roma, in occasione della presentazione del Bilancio di Missione di FQTS2020. La ricerca rappresenta la parte quantitativa di uno studio più ampio che proseguirà nei prossimi mesi, e contribuisce al processo di progettazione partecipata di FQTS per il futuro.

Realizzata da Pragma Market Research (in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre e con la partecipazione di CSVnet), l’indagine è stata condotta tramite interviste a 142 presidenti, vicepresidenti, direttori o segretari generali di associazioni aderenti al Forum Nazionale del Terzo Settore.

Tra gli elementi più interessanti che emergono dall’indagine c’è quello del fundraising, che vede due distinte “aree comportamentali” trasversali all’età (under 50 e over 50). La maggior parte dei contributi al finanziamento delle attività delle associazioni proviene da strumenti di fundraising “tradizionali”, che vedono al primo posto i fondi e i bandi pubblici (quasi il 50% dei finanziamenti delle attività), seguiti dagli accordi con le fondazioni e con la Pubblica Amministrazione (che contribuiscono ai finanziamenti per il 30% circa ciascuno). Al di sotto del 10%, invece, si stanzia il crowdfunding, insieme a mercatini e cene solidali.

Altro aspetto rilevante è quello della comunicazione “esterna” delle organizzazioni di Terzo settore: la frequenza di partecipazione a incontri, dibattiti e tavole rotonde è decisamente più alta se gli interlocutori sono del Terzo settore (67% del campione dell’ultimo anno), Enti locali e Pubblica Amministrazione (59%). Le relazioni con soggetti esterni, invece, sono molto più sporadiche, con tassi di partecipazione a incontri e dibattiti con rappresentanti delle istituzioni europee e internazionali che superano di poco la soglia del 10% del campione.

Ma proprio nelle attuali reti e relazioni in ambito europeo e internazionale i dirigenti e i quadri delle associazioni manifestano più insoddisfazione (39% degli intervistati): segno che si sente l’esigenza di una crescita e anche di una formazione specifica.

“Tra le sfide importanti che il Forum deve affrontare c’è sicuramente quello delle competenze”, ha detto la portavoce Claudia Fiaschi intervenuta all’evento. Questo vale per i giovani ma anche per i dirigenti del Terzo settore, che oggi hanno bisogno di riflettere su ciò che dovranno essere e che dovranno fare le loro organizzazioni nel futuro. Fiaschi ha portato l’attenzione sui grandi cambiamenti strutturali che si prospettano, a partire da quelli di contesto: “le priorità sociali stanno cambiando, cosa dobbiamo fare per leggerle in anticipo?”.  A questi si aggiunge il cambiamento delle modalità di intervento: “a volte”, ha continuato Claudia Fiaschi, “c’è bisogno che le organizzazioni modifichino il loro modo di agire, anche se ciò comporta uno scontro con abitudini consolidate”.

La domanda allora è: come ci si forma per l’innovazione?

Qualsiasi risposta non può prescindere dal tema dello scambio in rete e in questo, ha concluso la portavoce, “si può trovare il vero valore aggiunto di una formazione nazionale del Forum Terzo Settore”.

 

Leggi e scarica l’indagine: ReportForume3Settore -2

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