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Piano Nazionale AIDS, “bene, ma manca copertura finanziaria”

E’ stata pubblicata nei giorni scorsi l’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni sul Piano Nazionale AIDS (PNAIDS), alla cui stesura anche Arcigay ha partecipato nell’ambito delle sezioni consultive del Ministero della Salute.

Si tratta del primo serio piano strategico, scrive l’associazione, che affronta il tema dell’HIV fuori da un’ottica emergenziale e con l’obiettivo internazionale di mettere fine all’epidemia entro il 2030. “Per quanto vuoto sul piano dell’impegno finanziario, il Piano delinea un percorso articolato e preciso di cose da fare su cui le Regioni ora si sono impegnate: da oggi nessuna istituzione sanitaria e nessun politico potranno più dire di non sapere cosa serve per mettere fine all’AIDS in Italia”, commenta Michele Breveglieri, Responsabile Salute e HIV di Arcigay, che è stato personalmente impegnato nella stesura del piano.

Al momento il piano non ha alcuna copertura finanziaria speciale, pur prevedendo molte azioni innovative che ne avrebbero bisogno, ed è interamente a carico della spesa sanitaria ordinaria.

“Ora il nostro impegno si sposta su due fronti paralleli: regionale, affinché le Regioni diano corpo al Piano non solo cambiando il loro approccio all’epidemia, ma anche impegnando nuove risorse, e nazionale affinché venga adeguata ai tempi attuali la legge 135/90 sull’HIV/AIDS che è per molti aspetti superata”, gli fa eco Gabriele Piazzoni, Segretario Nazionale di Arcigay. “La nostra associazione infatti – prosegue – si sta battendo affinché, tra le altre cose, anche i minori di 18 anni possano fare il test senza consenso dei genitori, i volontari appositamente formati delle associazioni possano effettuare test rapidi e il Piano sia dotato di una sua previsione speciale di spesa soprattutto per la parte di prevenzione”.

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