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Verso il Servizio Civile Universale: Arci SC investe in formazione

Con l’approvazione della legge 106/2016 e del decreto legge 40/2017 il Servizio Civile Nazionale si appresta a diventare Universale. Una delle innovazioni fondamentali è il passaggio dalla progettazione annuale alla programmazione triennale. A differenza  del SCN, la programmazione per il SCU prevede la cooperazione di organizzazioni accreditate che operano in settori e territori diversi per realizzare insieme gli obiettivi della programmazione stessa.

Un cambiamento importante, per il quale Arci Servizio Civile si sta preparando con un nuovo percorso formativo rivolto ai propri quadri. Il percorso è stato presentato con la conferenza stampa “Partire dalle persone” che si è tenuta il 26 ottobre presso il Centro Congressi Cavour di Roma.

“Questo cambio di processo”, ha detto il presidente di Arci Servizio Civile, Licio Palazzini, “richiede secondo noi una figura che finora non c’è stata: un facilitatore che faccia lavorare insieme le organizzazioni e che connetta il loro lavoro con il committente esterno (il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile) e con un target particolare (i giovani del SC)”.

Attraverso una call interna, Arci SC ha quindi individuato circa 40 operatori di Arci Servizio Civile, provenienti da tutta Italia, i quali intraprenderanno un percorso formativo che avrà come responsabile scientifico la dott.ssa Cristina Bertazzoni.

Cinque gli incontri previsti, che inizieranno il 9 novembre prossimo e si concluderanno il 18 maggio 2018: il primo e l’ultimo, le sessioni “collettive”, serviranno rispettivamente a costruire il patto formativo del gruppo e a definire il “risultato” ottenuto. Gli altri tre appuntamenti, invece, avranno a tema le tre sfide fondamentali: i processi decisionali, i ruoli e la leadership nei gruppi e i processi comunicativi di gruppo.

“Ci poniamo l’obiettivo”, ha continuato Palazzini, “di costruire una comunità associativa tra le realtà aderenti, sviluppando connessioni e interrelazioni, così da elaborare programmi condivisi da gestire in partnership. Un nuovo modus operandi che richiede un processo trasformativo importante e complesso ma che si configura anche come un’opportunità per lo sviluppo di nuove competenze“.

“Siamo consapevoli”, ha concluso il presidente di Arci Servizio Civile, “che la programmazione del SC potrebbe essere intesa come processo nelle mani delle istituzioni, che definiscono settori, territori e contenuti, e alla quale la società civile è semplicemente chiamata a partecipare. Ma noi vogliamo portare avanti delle sperimentazioni che ci mettano nelle condizioni di poter dire che abbiamo il nostro processo di programmazione, legata ai territori e rappresentativa di quello che le organizzazioni fanno, e che ci stiamo investendo”.

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