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Occorre avviare una riflessione seria sugli strumenti delle politiche di accoglienza

CaraMineoRoma 17 luglio 2015 – Una delegazione del Forum Nazionale del Terzo Settore, accompagnata dal Forum Regionale della Sicilia, è stata ieri a Mineo (Ct) per una visita ad uno dei luoghi più emblematici per l’accoglienza in Italia, il CARA.

Abbiamo trovato quasi 4000 persone, per lo più giovani, per lo più maschi, parcheggiati per anni nel pieno della campagna catanese, lontano dai centri abitati, in attesa di poter ricevere il diritto di asilo. Ragazzi che sono fuggiti da condizioni drammatiche, e che già hanno alle spalle viaggi durati anni.”  – Questo il primo commento della delegazione del Forum composta da: Pietro Vittorio Barbieri, portavoce nazionale; Pippo Di Natale, portavoce regionale; Gianfranco Cattai, Enzo Costa, Maurizio Gubbiotti, Maurizio Mumolo e Stefano Tassinari del Coordinamento nazionale del Forum Terzo settore; Mohamed Saady, della Consulta Welfare  e Giovanni Lattanzi della consulta Affari europei e internazionali presso il Forum.

Così concepiti, i Centri di accoglienza non possono essere la soluzione, ma possono diventare un potenziale altro problema. Diventano infatti grandi spazi di raccolta per numeri molto ampi di persone, che si trovano però sempre ad una certa distanza dai centri abitati. L’integrazione ed una accoglienza degna di questo nome non ci sembrano essere garantite. E’ urgente realizzare micro strutture di accoglienza,  utilizzando risorse già presenti sui territori, già impegnate nel lavoro con i migranti, senza disperdere quanto di positivo fatto, ma creando condizioni di maggiore umanità e più gestibili. Ci vuole un percorso di uscita da questa situazione con date certe di chiusura dei Cara così costituiti, e di costruzione di un nuovo paradigma dell’accoglienza. Il nostro Paese è stato capace di chiudere i manicomi, i brefotrofi e gli opg. Prenda il coraggio di fare altrettanto con i Cara. Abbiamo in Italia delle questioni urgenti da affrontare, che sono parallele a quelle europee. Molte cose devono ambiare. A partire da politiche di prevenzione, che prevedano anche la capacità di mettere in campo ulteriori meccanismi di cooperazione allo sviluppo con i paesi di provenienza,  prima di tutto per combattere la fame, che è uno dei primi motivi per il quale tante persone fuggono, all’approccio con il quale si accoglie, che non può essere quello dell’emergenza sempre. Dobbiamo avere politiche nazionali a tutto campo e più efficaci. Bisogna creare corridoi umanitari e già in alcuni paesi organizzare dei presidi che permettano l’arrivo in condizioni umane. E’ necessario affrontare meglio la questione dell’attesa e dei tempi, che non possono essere così lunghi, facilitando le operazioni burocratiche e potenziando gli uffici competenti se necessario, per garantire diritti fondamentali. Allo stesso tempo, costruire dei reali percorsi di inclusione e integrazione. Crediamo che sia necessario cambiare le politiche in maniera rapida e che il Ministero dell’Interno non sia la struttura più adatta ad occuparsi di queste tematiche.”

In conclusione della giornata la delegazione ha incontrato il sindaco di Catania, Enzo Bianco, che ha mostrato interesse a stabilire con il Forum ulteriori forme di collaborazione, ed ha proposto un incontro per il mese di settembre, insieme ai sindaci interessati e con il presidente dell’Anci, per discutere insieme di politiche migratorie, accoglienza, inclusione, gestione dell’emergenza.

 

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