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XV Assemblea Nazionale Arci Servizio Civile. Palazzini riconfermato presidente

ASC compie 30 anni di vita associativa e rielegge Licio Palazzini alla sua guida. Intanto si attendono i decreti attuativi del Governo della Riforma del Servizio Civile.

Esprime “soddisfazione per quanto emerso dai lavori di questa XV Assemblea” Licio Palazzini, nuovamente rieletto alla guida di ACS. “Abbiamo idee, proposte condivise ed organismi: il modo migliore per iniziare il lavoro per sviluppare la terza stagione del servizio civile: quella del Servizio Civile Universale”.

“Grazie anche all’operato dei Gruppi di Lavoro, che hanno affrontato i temi Rapporto con i giovani; Risorse umane necessarie e Servizio civile all’estero abbiamo un patrimonio molto ricco di indicazioni su cui lavorare”.

Il 20 gennaio l’Assemblea dei Delegati ha eletto il Consiglio Nazionale che è composto dalle 5 associazioni nazionali socie (Arci, ArciRagazzi, Auser, Legambiente e Uisp) e dai presidenti dei 12 Regionali di ASC.

Il Consiglio Nazionale, immediatamente riunitosi, ha provveduto all’elezione del presidente il quale ha riconfermato il direttore generale Piera Frittelli e l’amministratore Marta Grassi, il collegio dei Revisori dei Conti e quello dei Garanti.

Nella giornata del 19 gennaio, invece, ampio spazio è stato dato alla discussione sul senso del servizio civile e sullo stato della Riforma che lo riguarda, in occasione anche dei festeggiamenti dei 30 anni di vita dell’associazione.

 

“Li abbiamo trascorsi senza annoiarci”, ha dichiarato il presidente Palazzini, “ma sempre impegnati, prima nel difenderci (con l’obiezione di coscienza) e poi nel costruire (con il servizio civile); questa è l’Assemblea in cui iniziamo a concorrere alla costruzione del Servizio Civile Universale. Siamo a una sorta di terza generazione del servizio civile italiano, dopo la storica approvazione parlamentare dell’Art. 8 della legge 106/2016 e della lettera a) del comma 1 che recita “istituzione del servizio civile universale finalizzato, ai sensi degli articoli 52, primo comma, e 11 della Costituzione, alla difesa non armata della patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica, anche con riferimento agli artt. 2 e 4, comma 2 della Costituzione””.

Un risultato ottenuto grazie ad un lungo lavoro comune, dall’Alleanza per il futuro del servizio civile alla Campagna per la Difesa Civile in Italia, alle molteplici iniziative propositive e di pressione della Cnesc e di tante forze sociali senza le quali oggi non ci sarebbe il Servizio Civile Universale con la finalità di difesa non armata della patria.

“In questi anni”, si legge nel comunicato di ASC, “le nostre idee e valori sono diventati preda di sarcasmo, attacco, negazione, sostituite da parole ascoltate nei regimi degli anni ’20/45 – autorità, principio gerarchico, pregiudizi – unitamente a movimenti di cittadini che, cercando di praticare la partecipazione diretta si richiamano esplicitamente al fascismo. E i partiti si sono disfatti. E’ come se vivessimo su una lastra di ghiaccio, sempre più sottile.

Noi, che ci occupiamo di servizio civile, possiamo contribuire ad invertire questo piano inclinato, attraverso il nostro compito politico, educativo e sociale e consolidando il successo legislativo perché nonviolenza chiama democrazia e libertà personale. Dobbiamo costruire insieme”.

E ancora: “lo Stato non può solo chiedere qualità e investimenti senza dare continuità. Passare alla programmazione finanziaria pluriennale, come si fa per altri settori, in primis proprio l’altra Difesa, quella armata, è la richiesta prioritaria che facciamo al Governo ed è il motivo per cui non ci soddisfa la legge di stabilità che stanzia nel 2018 solo 110 milioni.

La programmazione triennale è una sfida politico-culturale prima che organizzativa ma serve, da parte dello Stato, un messaggio esplicito e praticabile che spinga alla collaborazione organizzazioni con mission diverse.

Dobbiamo ancora approfondire il ruolo delle Regioni e della PA, il rapporto fra istituzioni e il dialogo fra Stato e Regioni, la messa a punto di un sistema nazionale per la valorizzazione, validazione e certificazione delle competenze dei giovani e le funzioni di controllo che Regioni e PA devono svolgere sulla attuazione dei progetti di servizio civile (già previsto dal decreto legislativo 77/02)”.

Timori, perplessità, piste di lavoro e impegni sostanzialmente condivisi dai numerosi ospiti presenti nella giornata del 19, dal Sottosegretario Luigi Bobba che li ha indicati come “punti di non ritorno che la legge impone per avere ambizioni più grandi” al consigliere Calogero Mauceri, Capo dipartimento Gioventù e Servizio Civile Nazionale, Giovanni Bastianini, Presidente della Consulta Nazionale Servizio Civile, Primo Di Blasio per la Cnesc, Rossella Muroni Presidente di Legambiente, Francesca Chiavacci di ARCI, Marica Guiducci di Auser e Vincenzo Manco di UISP.

 

 

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