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Impresa sociale e finanza: il confronto di Legacoopsociali

Vanni: “Generare impatto sociale è la natura della cooperazione sociale”

Milano, 27 febbraio 2018 – Nell’ambito delle novità introdotte dalla Riforma del Terzo Settore sugli strumenti finanziari a impatto sociale e sulle opportunità per lo sviluppo dell’economia sociale, Legacoopsociali apre un percorso di riflessione e approfondimento sul tema con un primo appuntamento di Milano oggi.

Negli spazi dell’ “Osteria del treno” ad aprire i lavori è stato l’intervento di Luca Bernareggi, Presidente di Legacoop Lombardia, che ha esortato la platea ad “iniziare a immaginare un futuro fatto di investimenti, con un approccio più maturo sui temi finanziari, per la cooperazione in generale. Nel corso degli anni abbiamo visto cooperative con l’ambizione di andare in borsa e altre che non si preoccupavano di questi temi. Una nuova capacità di relazionarsi con gli strumenti finanziari può fare la differenza. Il dibattito di oggi ha l’obiettivo di finalizzare progetti e sostenere idee”.

Eleonora Vanni, Presidente di Legacoopsociali, nel suo intervento introduttivo sul tema, ha posto l’accento sull’importanza di “fare cooperazione usando le opportunità della finanza, anche dal punto di vista culturale. Gli strumenti finanziari devono portare ad allargare gli interventi con finalità sociale. Generare impatto sociale, assieme ad un ritorno economico, è la natura della cooperazione sociale”. Eleonora Vanni ribadisce l’obiettivo sociale della cooperazione quale interesse di tutta la comunità e prosegue, lamentando la scarsa attrattività che talvolta è stata imputata alla cooperazione sociale, sottolineando come, dopo la riforma del terzo settore, sia fondamentale “affrontare il tema della governance, della partecipazione dei lavoratori, degli utenti e dei cittadini. Crediamo tuttavia esistano ancora delle incertezze come la misurazione quantitativa dell’impatto sociale, l’equilibrio tra rischio e rendimento e la diffidenza delle imprese sociali verso il mercato finanziario. Come Legacoopsociali vogliamo promuovere l’attività progettuale delle nostre cooperative. Per noi l’innovazione è un processo complessivo di evoluzione che prevede l’acquisizione di nuove capacità. Per noi progresso vuol dire rispetto delle persone. L’impresa sociale cooperativa può essere davvero un fattore di forte cambiamento“.

Si è in seguito entrati nel dettaglio degli strumenti finanziari, a partire dalla misura Italia Economia Sociale del Mise Ministero per lo Sviluppo economico dedicata alla nascita e allo sviluppo di imprese che operano nel mondo del no profit, illustrata da Vincenzo Durante, Responsabile Occupazione, Incentivi e Innovazione di Invitalia.

Le agevolazioni, operative su tutto il territorio nazionale, sono rivolte alle imprese sociali e alle cooperative sociali o con qualifica di ONLUS. Sono previsti finanziamenti agevolati, associati obbligatoriamente a finanziamenti bancari ordinari, e, in alcuni casi, contributi a fondo perduto, a fronte di programmi d’investimento, in qualunque settore, ma coerenti con le finalità istituzionali di utilità sociale. Sono finanziabili programmi di investimento compresi tra i 200mila e i 10 milioni di euro. Il finanziamento copre fino all’80% delle spese ammissibili.

“La misura Italia Economia Sociale di Invitalia” ha precisato Durante “serve a ribadire che impresa e sociale si possono coniugare. E’ importante che questa misura sia rifinanziata con nuove risorse quindi vi esorto a promuoverla e a considerarla come un’opportunità”.

La parola è passata poi a Ferruccio Vannucci, direttore Cooperfidi Italia – Fondo investimenti europeo programma per l’impiego e l’innovazione sociale che ha presentato il ruolo del Fondo a sostegno delle cooperative sociali e degli enti del terzo settore invitando le cooperative presenti a rendere chiara e trasparente la vivacità delle proprie imprese. “Oltre il 70 % delle garanzie rilasciate nel 2017 da Cooperfidi sono andate al settore sociale e il tasso di decadimento del settore è dell’1,7 %, per noi il settore sociale è quello in cui c’è meno rischio, occorre che anche voi valorizziate questo dato con i vostri interlocutori finanziari”.

Il confronto è proseguito con l’intervento di Camillo De Bernardinis, AD Cooperazione Finanza Impresa (CFI) sull’utilità degli strumenti finanziari per la gestione e la valorizzazione dei beni confiscati. A riguardo CFI ha siglato un Protocollo d’Intesa con l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) con l’obiettivo di definire interventi e azioni finalizzate a salvaguardare il valore patrimoniale dei beni aziendali confiscati e i livelli occupazionali, favorendo il rapido passaggio alla gestione imprenditoriale. Un rapporto di collaborazione è stato avviato anche con Invitalia per attivare un piano di promozione e di sinergia tra i diversi strumenti finanziari, compresa la Legge Marcora e la Nuova Marcora. Una serie di incontri sono programmati sul territorio nazionale per presentare l’accordo, a Milano è previsto per il 27 marzo 2018.

A discutere sul tema “Impresa sociale: finanza, innovazione e sviluppo” è intervenuto Roberto Randazzo, ex Università Bocconi oggi Politecnico di Milano che ha invitato i cooperatori presenti a mettersi in gioco sulla misurazione dell’impatto sociale. “Occorre uno sforzo per testare questi nuovi sistemi. C’è sempre stata resistenza da parte degli attori sociali ma bisogna abbattere questa barriera, se le imprese sociali accettassero di essere misurate potrebbero vendere gli esiti di questa misurazione come benchmark, facendo qualcosa che i privati non fanno, perchè non sono sociali per natura come le cooperative”. Randazzo in conclusione invita ad aprire confronti anche con “l’altra finanza, quella che non è presente oggi qui”.

L’ultimo intervento spetta a Flaviano Zandonai, Segretario Generale Iris Network Euricse sul tema “Un nuovo project managment per lo sviluppo”. Oltre che sugli aspetti finanziari Zandonai pone l’attenzione sugli aspetti filantropici, per natura cooperativi. Intervenendo più strettamente in materia di project management , individua le fasi primarie di ogni progettazione a partire dalle “azioni preliminari, necessarie per costruire le condizioni conoscitive che possono diventare spazi di negoziazione, ovvero una fase di ricerca e sviluppo”. L’analisi prosegue con le azioni pilota, la sperimentazione vera e propria, di un nuovo servizio o di una nuova attività che permette di “sperimentare per scalare, per replicare il proprio modello, incidere sulle politiche di sviluppo e impattare socialmente”. L’ultima fase, la “messa a regime” passa infine per una prospettiva di impatto sociale, “coerente con la mission dell’impresa”.

Le conclusioni, affidate a Felice Romeo, Legacoop Welfare Lombardia, ribadiscono “l’importanza di incontrarsi e la volontà di proseguire questo percorso, aprendo la porta a realtà private, altra finanza e project manager, con lo scopo di rafforzare e promuovere l’impresa sociale cooperativa”. 

 

Ufficio stampa e comunicazione
Giuseppe Manzo

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