#Territorio

Lettera del Forum TS Puglia al Presidente della Regione Emiliano

Al Presidente della Regione Puglia, Dott. Michele Emiliano
 

OGGETTO: Emergenza “sociale” COVID19. Presentazione proposte e richiesta urgente di incontro.

Gent.mo Presidente,

sin dall’inizio della pandemia, le scriventi Organizzazioni Le hanno espresso solidarietà, vicinanza e spirito propositivo. Non si è trattato solo di una forma di sostegno personale, ma soprattutto della ottemperanza alle nostre rispettive mission nei confronti della comunità regionale che, a diverso titolo, rappresentiamo. Sapevamo sin dai primi di marzo che, oltre ai “corpi” fisici delle persone, prima o poi si sarebbero visti gli effetti nefasti dell’emergenza anche sul “corpo sociale”. Ed eccoci qua, purtroppo dobbiamo osservare che i nostri peggiori timori si sono verificati.

Siamo al cospetto di una crisi economica particolarmente pesante per il piccolo commercio, per l’artigianato, il turismo, la cultura e lo spettacolo, la piccola distribuzione, le piccole e medie imprese: tutti i Soggetti che da sempre costituiscono la nostra “classe media”. Una “classe media” certamente non abituata a vivere né di assistenza né di inattività forzata, che ha aumentato i problemi già gravi legati alle diverse tipologie di “povertà”. Ancor più devastante l’impatto della pandemia sulle diffuse situazioni di precarietà a cavallo tra il sommerso e l’economia della sussistenza (si pensi al lavoro domestico soprattutto femminile, alle assistenti familiari, ecc.). Queste nuove povertà si uniscono alle vecchie a costituire una fascia di particolare vulnerabilità che spesso sfugge all’attenzione dei servizi territoriali.

Non solo: anche la crisi relazionale morde con particolare ferocia. Il lockdown e le progressive restrizioni dell’assistenza sanitaria ai pazienti covid (o sospetti tali) hanno prodotto forti ripercussioni sociali nei rapporti fra le persone, hanno danneggiato le relazioni intrafamiliari, intergenerazionali, hanno destabilizzato situazioni familiari già molto compromesse, come quelle caratterizzate dai minori più fragili, dalla presenza di disabili, dai forti conflitti di coppia che sfociano nelle violenze, abusi e – non più raramente – nei femminicidi. La crisi relazionale ha mediamente peggiorato le condizioni dei pazienti psichiatrici stabilizzati, dei tossicodipendenti (specie quelli in fase di recupero), degli immigrati e delle vittime di tratta, degli ex detenuti in fase rieducativa, dei senza dimora. Le condizioni delle persone anziane, soprattutto se colpite da non autosufficienze, stanno diventando ingestibili anche per quelle famiglie che prima della pandemia riuscivano a rispondere alle loro esigenze.

Non siamo certo i primi a sollevare questa dimensione dell’emergenza in atto. Dal CISMAI al CNOAS, dalla Ministra per le Pari Opportunità e della Famiglia ai diversi Forum del nostro Paese e della nostra Regione: tutti stanno segnalando questi pericoli per le persone, le famiglie, le comunità e tutta la nostra società (basti pensare ai problemi di ordine e sicurezza pubblica che si stanno manifestando anche nelle nostre piazze).

Come Lei ben sa, Presidente, tutte le persone con i bisogni a cui abbiamo accennato si riversano agli sportelli dei Servizi socio-assistenziali dei nostri Ambiti sociali territoriali, dei Comuni, degli Enti del Terzo Settore pugliese, presso i quali incontrano, in primissima battuta, assistenti sociali, educatori professionali, volontari. E chiedono risposte, che devono essere il più possibile ben strutturate, tempestive, mirate, credibili. Risposte da parte di una pubblica amministrazione che deve garantire stabilità e continuità nella presa in carico e nella gestione delle situazioni, dando continuità ai rapporti di lavoro del personale impiegato nelle progettualità attivate nei servizi degli Ambiti Territoriali.

In mancanza di tali risposte, le frustrazioni e il malcontento si trasformano molto spesso in aggressività e violenza, contribuendo alla sfiducia nelle istituzioni e al disordine sociale.

La Puglia ha costruito da molti anni un sistema di welfare particolarmente curato, uno dei più avanzati del Sud e del nostro Paese. Ma non possiamo vivere di rendita. Non in questo momento così drammatico. Non più.

Abbiamo bisogno di un interlocutore (Assessora/e) dedicato al Welfare, che non dipenda (e non sia ingoiato) dalla “sanità”, ma che sia capace di integrare le politiche di presa in carico complessiva delle povertà collegato piuttosto al mondo del lavoro e della formazione professionale.

 Abbiamo bisogno di rafforzare il Reddito di Cittadinanza con misure più ampie e più forti di lotta alle disuguaglianze e alle povertà. E per far funzionare tali misure, abbiamo bisogno di una struttura del welfare regionale molto più organica e potenziata nella sua organizzazione dirigenziale, tecnica e amministrativa.

Abbiamo bisogno di potenziare il Servizio sociale professionale nei territori nella misura di 1 assistente sociale:3000 abitanti – come raccomandano le ultime disposizioni in materia di Livelli Essenziali di Assistenza (LIVEAS) – che si occupino non più solo dei bisogni “storici”, ma anche di quelli emergenti. Come l’affiancamento al mondo della scuola in questo particolare momento (mediante l’assistenza all’organizzazione della DAD – Didattica A Distanza; la prevenzione dell’evasione, elusione, inadempienza scolastica; il sostegno ai Bisogni Educativi Speciali). Come il sostegno al mondo del volontariato e dell’associazionismo (per la prevenzione delle “solitudini estreme”, che riguardano trasversalmente tutte le età, dagli adolescenti agli anziani soli; per il contrasto alle marginalità sociali delle persone con problemi di salute mentale, dipendenze patologiche, reinserimento sociale post/alternativo detenzione; per la gestione dei conflitti di coppia/intrafamiliari; per la presa in carico socio-sanitaria delle non autosufficienze e delle cronicità; per la gestione del “dopo di noi”, per l’organizzazione della parte sociale dei ricoveri in hospice e in tutte le altre situazioni di accoglienza “straordinaria”; per l’aiuto alle madri lavoratrici che la pandemia sta fortemente penalizzando sul piano della gestione familiare, ecc.).

Nei mesi scorsi, da quando è iniziata l’emergenza, le Organizzazioni qui rappresentate hanno lavorato senza sosta e sostenendo un carico di lavoro spaventoso, inventandosi le strategie e gli interventi più originali e opportuni per aiutare le nostre comunità. Quando ci è stato richiesto, abbiamo cooperato con i C.O.C. Centri Operativi Comunali, per coordinare le misure assistenziali prioritarie ed urgenti di protezione civile, abbiamo condiviso con i cittadini paure e preoccupazioni. Anche a distanza, abbiamo offerto consulenze, sostegno sociale, orientamento ai servizi specialistici, informazioni utili e aiuti concreti, come cibo e medicine. Spesso abbiamo supportato il sistema sanitario nell’erogazione di beni e interventi finalizzati ad evitare il ricorso inappropriato alle strutture ospedaliere. Così come siamo stati presenti sui tavoli regionali nella condivisione di politiche e di azioni utili a contrastare tutte le nuove e vecchie povertà che si sono fortemente evidenziate con la crisi pandemica.

Ma adesso abbiamo bisogno della nostra Amministrazione Regionale. 

Le chiediamo di ascoltarci con estrema urgenza, per confrontarci sui temi qui accennati e per individuare insieme le strategie più efficaci per affrontare e gestire questo delicato, drammatico e – per molti versi – pericoloso momento storico che, stando alle cronache, dovremmo considerare anche nel medio periodo. È urgente disinnescare il rischio, già manifesto in alcune realtà, che queste fragilità finiscano nella morsa dell’illegalità e delle organizzazioni criminali. 

Certi di un Suo positivo riscontro, restiamo in attesa di un confronto diretto e immediato. Cordiali saluti

CROAS Puglia (Ordine Regionale Assistenti Sociali)

FORUM del Terzo Settore Puglia 

Alleanza Contro la Povertà in Puglia Antonella Morga – Portavoce

Fondazione FIRSS Filomena Matera – Presidente

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