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Giornata mondiale degli Oceani, Legambiente presenta i dati sulla campagna Clean Up The Med

Oltre cento gli eventi attivati per Clean Up The Med, la campagna di pulizia delle spiagge del Mediterraneo.

Nel weekend del 13-15 maggio puliti 23.750 km di spiagge, e raccolti 1.176 kg rifiuti. Oltre un quintale di rifiuti raccolti in 17 Paesi, il 65% è plastica. Nel 45% delle spiagge sono stati ritrovati rifiuti legati alla cattiva gestione dei Dispositivi di Protezione Individuali.

Video youtube: https://youtu.be/Xelu2j-U8EQ

Bottiglie alla deriva, sacchetti di plastica, mascherine chirurgiche abbandonate sulle spiagge o tra le onde: sono solo alcune delle immagini che mostrano l’attuale contaminazione dei nostri mari e degli oceani. I rifiuti marini non sono, ovviamente, solo sgradevoli alla vista, ma danneggiano gli ecosistemi oceanici, impattando sia sulla fauna selvatica che sugli esseri umani. Un’emergenza rifiuti che coinvolge anche il Mediterraneo, che raccoglie grandi quantitativi di plastica e li restituisce in parte su coste e spiagge.

In occasione della giornata mondiale degli Oceani 2022, istituita dall’ONU e quest’anno dedicata al tema “Rivitalizzazione collettiva dell’oceano”, l’8 giugno Legambiente restituisce i dati rilevati durante la 29esima edizione di Clean Up The Med, versione mediterranea di Spiagge e Fondali Puliti, che si è svolta nel weekend del 13-15 maggio. Una grande iniziativa di volontariato ambientale promossa per il terzo anno  consecutivo da COMMON (COastal Management and MOnitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea), progetto europeo finanziato da Eni CBC Med, con 2,2 milioni di euro, che coinvolge Italia, Libano e Tunisia con l’obiettivo di tutelare le coste del Mediterraneo dai rifiuti marini, il marine litter, attraverso una loro gestione sostenibile.

Circa cento le organizzazioni, provenienti da 17 Paesi, che hanno aderito all’edizione 2022: Italia, Albania, Algeria, Croazia, Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Libano, Libia, Malta Marocco, Portogallo, Spagna Tunisia, e Turchia. I chilometri di spiaggia ripuliti mostrano come il problema dell’incuria e del cattivo smaltimento accomuni tutta l’area mediterranea: alle plastiche monouso, ritrovate in grandi quantitativi sulle coste battute, sebbene messe al bando dalla direttiva europea SUP (Single Use Plastics), con bastoncini cotonati, cannucce e agitatori per cocktail, contenitori per alimenti per il consumo immediato e l’asporto, si aggiungono reti da pesca, cicche di sigaretta, legno e vetro. Non mancano guanti, mascherine e dispositivi sanitari legati all’emergenza Covid-19.

Oltre 600 volontari, dagli 8 ai 70 anni, hanno partecipato alle attività di pulizia svolte in 20 spiagge situate in prossimità dei centri urbani e hanno portato alla raccolta di 200 sacchi di rifiuti, più di 1 quintale in totale. Il 65% dei rifiuti rinvenuti è costituito da plastica: cicche di sigaretta, bottiglie e bottigliette, seguite da tappi, bicchieri e frammenti eterogenei. Su oltre il 45% delle spiagge ripulite sono stati ritrovati guanti, mascherine o rifiuti legati alla cattiva gestione dei DPI (in Grecia in quantitativo maggiore, ma presenti anche in Algeria, Croazia, Libano, Italia e Spagna).

“Anche quest’anno l’iniziativa Clean Up The Med ha messo in campo uno straordinario lavoro di citizen science, un’estesa rete di collaborazione fra i cittadini dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che hanno deciso di rendersi protagonisti indossando i guanti e iniziando a pulire le proprie coste — ha commentato Giorgio Zampetti, Direttore Generale Legambiente —. Un’edizione importante, visto che il 2022 si è aperto con il recepimento in Italia della direttiva europea SUP e nella stessa settimana è stata approvata finalmente la Legge “Salvamare” che permette ai pescatori di liberare il mare dai rifiuti. Risultati su cui ci siamo impegnati molto e che rappresentano senza dubbio un segnale positivo, ma per mettere in atto una vera e propria rivoluzione contro il marine litter nel Mediterraneo servono normative uniformi in tutti i Paesi costieri. Occorrerà quindi estendere il bando dell’usa e getta a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, unito a norme più stringenti anche sugli altri rifiuti più comuni che si trovano sulle spiagge, insieme a buone pratiche di gestione e prevenzione dei rifiuti ”.

L’impegno del progetto COMMON per tutelare l’ecosistema marino e ridurre il marine litter proseguirà fino a settembre con la terza edizione della campagna BEach CLEAN, iniziativa volta a promuovere un dialogo costruttivo con gli stabilimenti balneari in località del Mediterraneo ad alto afflusso turistico.

Ogni struttura aderente affiggerà un decalogo di buone pratiche per informare i turisti su come ridurre il marine litter attraverso poche e buone abitudini e parteciperà a un’indagine finalizzata a conoscere e analizzare le condizioni di salute delle spiagge di loro competenza. Inoltre, per il 2022, COMMON ha inviato alle cento strutture coinvolte in Italia, Libano e Tunisia, posaceneri portatili di carta, con l’obiettivo di favorire l’adozione di comportamenti corretti da parte dei fumatori, sensibilizzando al fenomeno dell’inquinamento da filtri di sigarette e al loro corretto smaltimento.

Video youtube: https://youtu.be/Xelu2j-U8EQ

 

Ufficio stampa: Simona De Rubis (373.8691501 – s.derubis@legambiente.it)

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