#Rassegna stampa

“La sanità che vorrei”-Contributo a firma Vanessa Pallucchi e Roberto Speziale per Panorama della Sanità

“La sanità che vorrei” è il titolo del numero di dicembre 2022 della rivista Panorama della Sanità. All’interno, anche il contributo sul tema del Welfare firmato dalla portavoce del Forum Terzo Settore, Vanessa Pallucchi, e dal coordinatore della Consulta Welfare del Forum, Roberto Speziale. Di seguito il testo pubblicato:

 

Per la sua intrinseca caratteristica di operare al fianco delle persone, toccando con mano problemi e bisogni sociali delle comunità e riuscendo a creare risposte insieme ad esse, il Terzo settore ha sempre avuto un punto di vista “privilegiato” su necessità e lacune del sistema socio-sanitario italiano. La parola “socio-sanitario” non è casuale: per il Terzo settore i due ambiti non possono essere disgiunti e la loro efficace integrazione è condizione essenziale per un welfare di qualità, capace di mettere realmente la persona al centro dell’offerta dei servizi sanitari e dei sistemi lavorativo, educativo, sportivo, culturale.

Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un progressivo indebolimento del welfare italiano e la pandemia ha evidenziato con forza le conseguenze negative del disinvestimento sui territori in termini socio-sanitari. Oggi il sistema di welfare è frammentato, non in grado di offrire certezze o garantire la presa in carico tempestiva e continuativa di quelle persone che si trovano in condizioni di fragilità, marginalità o a rischio di esclusione sociale.

Come Forum Terzo Settore ci siamo interrogati sugli interventi necessari per migliorare l’attuale situazione: una riflessione inevitabile, data l’urgenza di affrontare seriamente il problema delle disuguaglianze crescenti e dello sfilacciamento del tessuto sociale, e che quindi mira a sviluppare un sistema socio-sanitario integrato e omogeneo su tutto il territorio nazionale. Il contributo di associazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative e imprese sociali, in virtù delle loro competenze e della loro conoscenza diretta delle problematiche e delle risorse individuali e collettive presenti sui territori, può essere fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo.

Il frutto di quest’analisi, portata avanti nello specifico dalla Consulta Welfare del Forum Terzo Settore, è un Manifesto che ci auguriamo possa rappresentare una base di partenza per l’apertura di un dibattito con tutti gli attori coinvolti e con le istituzioni in primis, volto alla realizzazione di un nuovo sistema di welfare che abbia alla base tre principi fondamentali: Prossimità, Universalismo, Inclusività.

Il termine Prossimità alle persone e alle comunità non indica la sola collocazione fisica sul territorio, ma anche la rilevazione in modo puntuale degli effettivi bisogni. Vuol dire, in altre parole, orientare l’attività al fine di garantire i diritti e, da questo punto di vista, un utilizzo strategico degli strumenti della co-programmazione con il Terzo settore, dell’accreditamento e del convenzionamento (valorizzati dalla recente riforma del Terzo settore) può davvero risultare determinante.

La caratteristica dell’Universalismo garantisce l’efficacia del diritto alla presa in carico della persona, a prescindere dal luogo in cui vive: non lasciare indietro o da solo nessuno deve rappresentare un imperativo categorico.

Infine, assicurare piena Inclusività vuol dire realizzare una società che si adatta costantemente per garantire, a tutte le persone, pari opportunità e diritti: una società che promuove la coesione mantenendo, sostenendo e sviluppando reti di relazioni, attività e iniziative collettive.

Il “nuovo welfare” a cui guarda il Terzo settore è un welfare generativo, fondato sui diritti e non sul concetto di protezione e che, oltre a risolvere le problematiche individuali, genera benessere e miglioramento sociale per tutta la popolazione. Imprescindibili punti di partenza sono un’adeguata e corretta allocazione delle risorse, la revisione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e la loro integrazione con il sistema sociale, ma anche la definizione di livelli essenziali in tutti gli ambiti di intervento, facendo in modo che i diritti siano poi concretamente esigibili. Cruciale è anche provvedere a sancire, definitivamente in norma, che l’affidamento dei servizi alla persona non possa essere effettuato attraverso gare al massimo ribasso.

La visione del Forum Terzo Settore trae fondamento da atti di primissima importanza: pensiamo al Pilastro europeo dei diritti sociali, che tra i suoi 20 principi include ad esempio l’inclusione delle persone con disabilità, l’assistenza a lungo termine, gli alloggi per i senzatetto. Ma pensiamo anche agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030, alle Convenzioni internazionali sui diritti umani o, ancora, al Piano nazionale degli interventi e servizi sociali 2021-2023. Anche le misure del Pnrr, che rappresenta una grande occasione per l’Italia, non possono che essere viste a supporto di questo nuovo modo di intendere il welfare: dalla digitalizzazione alla costruzione di ambienti sostenibili, passando per l’infrastrutturazione dei servizi per la fascia 0-6 anni.

Un nuovo, auspicabile sistema di welfare non può, ad esempio, limitarsi a dare risposte ai molteplici bisogni delle persone, ma deve farsi carico della grande area legata alla prevenzione, a partire dalla promozione di corretti stili di vita, dalle azioni di contrasto all’obesità infantile, dalla creazione di opportunità per vivere in modo attivo anche l’età anziana o la condizione di disabilità.

Ciò che auspichiamo fortemente è un coraggioso passaggio dal piano dei principi a quello della concretezza, senza perdere di vista l’ampiezza e la nitidezza della visione: un welfare che previene e contrasta gli elementi di esclusione e promuove il benessere e lo sviluppo delle persone.

 

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