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Avis – Giovani e donazione di sangue, un binomio ancora da consolidare

 
 

Presentati alla Camera dei Deputati i dati raccolti da AVIS sulla scarsa propensione delle nuove generazioni a donare. Onorevole Maria Elena Boschi: «Le istituzioni sono in prima linea per promuovere il dono tra i giovani: la loro risposta non tarderà ad arrivare»

 

L’intenzione di donare il sangue è sempre meno diffusa tra i giovani italiani. Paure, falsi miti e scarse informazioni hanno determinato, negli ultimi anni, un allontanamento delle nuove generazioni da questo importante gesto di solidarietà. 

È quanto emerge dai dati che AVIS ha presentato oggi alla sala stampa della Camera dei Deputati, nel corso di una conferenza promossa dall’On. Maria Elena Boschi.

A preoccupare maggiormente è la flessione del numero di donatori più giovani, come ha sottolineato il Direttore generale del Centro nazionale sangue, Vincenzo De Angelis.

«La raccolta di sangue e plasma sta tornando ai livelli pre-Covid, ma il mancato ricambio generazionale della popolazione dei donatori è un fattore che desta sempre più preoccupazione. I donatori tra i 18 e i 45 anni sono calati del 2% in un anno e questa è solo una delle criticità che il sistema sangue dovrà affrontare nei prossimi mesi e anni, operando di concerto a tutti livelli, coinvolgendo le istituzioni e valorizzando sempre di più il prezioso lavoro delle associazioni di volontariato e dei professionisti dei servizi trasfusionali italiani».

Anche tra gli adolescenti i dati sono poco incoraggianti: un’indagine commissionata da AVIS al Laboratorio Adolescenza ed effettuata su un campione di 5.600 ragazzi rileva che solo il 38% sarebbe intenzionato a donare al compimento della maggiore età. Un dato in flessione di ben 10 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione, effettuata solo due anni fa.

A farla da padrona ci sono alcune irriducibili paure come quella per l’ago, la vista del sangue oppure il timore di svenire durante o dopo il prelievo. Inoltre, la fine della pandemia probabilmente ha favorito tra i teenager la diffusione di un atteggiamento più introspettivo, maggiormente proiettato su se stessi che sui bisogni della comunità.

I dati raccolti da AVIS nel corso di numerosi incontri con ragazze e ragazzi under 25 dimostrano che le informazioni in loro possesso sono molto frammentarie e questo li spingerebbe spesso ad auto escludersi, nell’errata convinzione di non essere idonei alla donazione.

Gli intervistati hanno dichiarato di ricorrere sempre più spesso ai social network come Instagram o TikTok per informarsi e ciò confermerebbe quanto già emerso in analoghe ricerche condotte da Google negli Stati Uniti: le reti sociali sono ormai divenute a tutti gli effetti i nuovi motori di ricerca della Generazione Z, con cui si definiscono i nati dopo il 1997.

«Partendo da questi presupposti abbiamo compreso la necessità di rivedere le nostre strategie comunicative – commenta il Presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola – e il nostro approccio verso le piattaforme social più diffuse tra i giovani, di cui troppo spesso viene riconosciuta la mera funzione di intrattenimento. Per questo abbiamo incentivato la nostra presenza su questi canali e abbiamo da poco lanciato una nuova campagna, dal titolo “Mettiti in gioco, dona il sangue”, che punta a stimolare tra i giovani il superamento dei propri limiti e l’adozione di un atteggiamento proattivo verso gli altri.

La nostra attività nel mondo della scuola ha, inoltre, previsto l’impiego della realtà virtuale per stimolare, con comprovato successo, un dialogo più costruttivo tra studenti e docenti sui temi della cittadinanza attiva e del volontariato.

Troppo spesso tendiamo a definire i giovani come il nostro futuro, ma è nostro compito renderli protagonisti già del presente. Ecco perché vogliamo lanciare un appello al dono, affinché anche loro possano garantire le terapie salvavita agli oltre 1800 pazienti che ogni giorno dell’anno necessitano di trasfusioni di sangue. Mettetevi in gioco e date il vostro prezioso e insostituibile contributo anche d’estate.

Sul piano organizzativo, per intercettare le esigenze dei donatori il sistema di raccolta deve evolvere verso logiche di flessibilità e prossimità», prosegue il Presidente Briola.  «L’inserimento dei centri di raccolta di sangue e plasma all’interno delle Case della Comunità e l’estensione degli orari di apertura dei centri potrebbero, a nostro avviso, essere prime soluzioni in grado di segnare un cambio di passo verso il coinvolgimento dei giovani».

«Aver fondato l’Intergruppo parlamentare dei donatori insieme a Gianni Mancuso e Paola Accogli è per me un motivo di grande orgoglio – ha detto nei suoi saluti iniziali il Sen. Pier Ferdinando Casini – È importante manifestare la nostra vicinanza a un tema così importante, per questo abbiamo coinvolto AVIS fin dall’inizio. Oggi passo il testimone a Maria Elena Boschi che con grande cuore e generosità porta avanti questa iniziativa. Per quel che mi riguarda, all’età di 67 anni e in una condizione di salute ottimale come quella in cui mi trovo, mi auguro che il limite d’età per continuare a donare venga allungato così da poter ancora fare la mia parte e come me tante altre donatrici e donatori».

«Sono certa che ragazzi e ragazze se stimolati siano pronti a donare», ha commentato l’On. Maria Elena Boschi. «Spesso proprio le nuove generazioni sono in prima linea quando si tratta di pensare con generosità agli altri, a cominciare dal volontariato. Il nostro impegno è cercare di coinvolgerli sempre di più con campagne mirate. La risposta di ragazzi e ragazze non mancherà».

A queste parole hanno fatto eco quelle di Gianni Mancuso, coordinatore dell’intergruppo parlamentare di donatori di sangue. «Per chi ha scelto di dedicarsi a tempo pieno alle istituzioni del Paese, compiere un gesto dal profondo significato etico e sociale come la donazione è prima di tutto un dovere civico. Ecco perché da oltre vent’anni il nostro intergruppo promuove e tutela al fianco di AVIS i valori del dono volontario, anonimo, gratuito, periodico, responsabile e associato».

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