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Il Servizio Civile Universale e il ruolo del Terzo Settore. I dati sull’iscrizione all’Albo Unico

Foto © Giovanni Bartesaghi – progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”

 

Il Tavolo Servizio Civile del Forum del Terzo Settore – nell’ambito del lavoro di periodica informazione sull’attuazione del Servizio Civile Universale – ha svolto un’analisi approfondita dei dati relativi agli Enti iscritti all’Albo Unico del Servizio Civile Universale – e in quanto tali abilitati a depositare programmi e progetti sui quali impegnare i giovani – con lo scopo di dare una valutazione, anche quantitativa, dell’impegno per la attuazione del Servizio Civile Universale.

 

In Italia il servizio civile, nelle sue varie stagioni, è attivo dal 1972. Fino al 2005 è stato rivolto agli obiettori di coscienza al servizio militare obbligatorio, dal 2001 al 2017 ai cittadini italiani, uomini e donne, su base volontaria (SCN), dal 2018 è attivo il Servizio Civile Universale (SCU), aperto, oltre che ai cittadini italiani di entrambi i sessi, anche ai cittadini dell’Unione Europea e agli stranieri regolarmente soggiornanti nella fascia d’età da 18 a 28 anni compiuti.

Il Terzo Settore è stato ed è uno dei pilastri del servizio civile italiano, fin dal suo avvio. Anche nei servizi civili regionali il Terzo Settore ha un ruolo determinante. Nel flusso di cambiamenti sia del Servizio Civile che del Terzo Settore, è utile una analisi e riflessione pubblica sulla presenza, potenziale ed effettiva, in termini di:

  • Incidenza nella promozione della pace e della cittadinanza attiva
  • Incidenza sociale, culturale, economica sui settori di intervento dei programmi e dei progetti e sulle comunità coinvolte
  • Le tipologie giuridiche e organizzative che vi partecipano
  • La presenza territoriale
  • Le risorse umane investite
  • La relazione/interazione con le dinamiche della popolazione giovanile

Le iniziative di autorappresentazione e rendicontazione (Rapporti annuali di alcuni Enti) non emergono dalla Relazione Annuale al Parlamento, prodotta dal Dipartimento Politiche Giovanili e SCU, mentre sono citate nel Piano Triennale licenziato dal Ministro delegato.

La presenza potenziale del Terzo Settore è desumibile dall’analisi dell’Albo Unico degli enti di servizio civile universale.

Dopo la fase pionieristica del servizio civile degli obiettori di coscienza, dal Novembre 2003, per poter depositare programmi e progetti, un soggetto senza scopo di lucro o un ente pubblico deve essere iscritto, dopo valutazione dell’organo pubblico, ad un apposito Albo: 

  • Nel Servizio Civile Nazionale (2001-2017) era l’Albo Nazionale e gli Albi Regionali.
  • Nel Servizio Civile Universale è l’Albo unico, articolato in sezione nazionale e sezioni regionali.

Una delle caratteristiche peculiari dell’esperienza italiana di servizio civile  è la partecipazione e la collaborazione fra soggetti del  Terzo Settore e soggetti della pubblica amministrazione, a cominciare dagli enti locali per arrivare ad alcuni Ministeri. Questo emerge in modo evidente, ad esempio, quando abbiamo un ente titolare di Terzo Settore che rappresenta verso il Dipartimento PGSCU enti di accoglienza di natura pubblica e viceversa. In questo caso interventi a favore delle comunità locali vedono operare in medesimi programmi e progetti organizzazioni del Terzo Settore e enti pubblici.

Negli ultimi anni a questa modalità, attiva già con il servizio civile degli obiettori di coscienza, si è sommata la possibilità di collaborazione anche fra diversi enti titolari, ampliando in tal modo questa collaborazione fra Terzo Settore e enti pubblici.

Un’esperienza che ha anticipato analoghe forme di collaborazione in altre normative.

Accanto a questa caratteristica, l’iscrizione all’Albo Unico del SCU manifesta la maggiore o minore propensione alla collaborazione. Infatti accanto a enti titolari che esprimono centinaia di soggetti collettivi, oppure, perché dotati di un solo codice fiscale, le proprie sedi territoriali, in molte regioni, ci sono enti titolari che rappresentano solo proprie organizzazioni. In modo spesso improprio questa diversità è stata presentata come “enti piccoli” e “enti grandi”. In questa diversità le buone pratiche sono attuate da enti di notevoli dimensioni come da enti di dimensione minore.

I dati che seguono hanno lo scopo di portare a conoscenza di questa realtà e dare una dimensione, anche quantitativa, all’impegno per l’attuazione del Servizio Civile Universale: 

Una lettura dell’Albo Unico degli Enti di Servizio Civile Universale, a cura del Tavolo Servizio Civile Forum Nazionale Terzo Settore (novembre 2024).

 

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