Uneba su Retta Alzheimer: Senza una legge chiara e risorse certe, i servizi rischiano di scomparire
15 Maggio 2025
“Cari Governo. Parlamento e Regioni: in materia di rette per l’accoglienza dei malati di Alzheimer, diteci chiaramente quale soluzione preferite!
E’ meglio una legge chiara, con risorse certe, a garanzia dei diritti di tutti a partire dei più fragili, o centinaia di singoli casi, di avvocati che le famiglie devono pagare, di sentenze da attendere, di Rsa in difficoltà, di possibili stop alle accoglienze?
Noi non abbiamo dubbi, continuiamo a preferire la prima soluzione. E continueremo a insistere per averla.”
E’ questa l’ideale lettera aperta a Governo, Parlamento e Regioni di Uneba (www.uneba.it), voce degli enti non profit che sono il 57% del totale delle strutture sociosanitarie in Italia, e del suo presidente nazionale, il bergamasco Franco Massi.
“Varie sentenze – argomenta Massi – hanno dettato che il 100% della retta per un malato di Alzheimer in Rsa sia a carico del Servizio Sanitario Nazionale, portando famiglie ad azioni legali per smettere di pagare la retta alle Rsa. Ma è insensato che le Rsa debbano garantire l’elevata assistenza necessaria a un malato di Alzheimer, come oggi accade dopo alcune sentenze, a proprie spese, senza che il Servizio Sanitario copra i costi. In questo assurdo scenario diventano a rischio i servizi stessi per malati di Alzheimer, gli stipendi di lavoratrici e lavoratori, l’esistenza stessa delle strutture”.
“E’ necessario invece – aggiunge Virginio Marchesi, presidente di Uneba Milano e autore di pubblicazioni sulle rette per i servizi sociosanitari- chiarire o modificare la normativa sulle rette Alzheimer, così come definire le risorse economiche necessarie. Solo così potremo garantire alle persone anziane non autosufficienti l’effettiva possibilità di utilizzare i servizi di cui necessitano. Oltre a stabilire il diritto, bisogna anche garantire la tutela del diritto”.
“Un primo percorso – ricorda Massi- per arrivare a una normativa chiara e a risorse certe era stato avviato con un emendamento proposto in Commissione Sanità del Senato, ma si è interrotto per la mancanza di coraggio di maggioranza e opposizione, e assieme per altri interventi e prese di posizione che sembravano cercare facile e immediato consenso anziché affrontare con responsabilità le sfide del settore, nella consapevolezza che coprire il 100% delle rette per oltre 100.000 malati all’anno sarebbe un peso enorme per le casse di Stato e Regioni.
Restano così nell’incertezza famiglie e persone fragili e si mettono in difficoltà gli enti gestori. Fino a quando?”.