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UNICEF/ISTRUZIONE: 6 milioni di bambini in più fuori dalla scuola entro il 2026

UNICEF/ISTRUZIONE: 6 milioni di bambini in più fuori dalla scuola entro il 2026 a causa dei tagli ai finanziamenti globali.
 
  • I fondi destinati all’istruzione diminuiranno di 3,2 miliardi di dollari entro il 2026.
  • Il numero di bambini non scolarizzati in tutto il mondo aumenterebbe da 272 milioni a 278 milioni, l’equivalente di svuotare tutte le scuole primarie della Germania e dell’Italia messe insieme.
  • L’Africa occidentale e centrale subiranno l’impatto più forte, con 1,9 milioni di bambini a rischio di perdere l’istruzione, mentre il Medio Oriente e il Nord Africa potrebbero registrare un aumento di 1,4 milioni di bambini non scolarizzati;
  • 28 paesi dovrebbero perdere almeno un quarto dell’assistenza scolastica su cui fanno affidamento per l’istruzione prescolare, primaria e secondaria.
  • Almeno 290 milioni di studenti in tutte le regioni che, secondo le previsioni, dovranno affrontare un calo della qualità dell’istruzione.
3 settembre 2025 – Secondo una nuova analisi dell’UNICEF pubblicata oggi, a causa dei drastici tagli ai finanziamenti globali per l’istruzione, entro la fine del 2026 circa 6 milioni di bambini in più potrebbero non frequentare la scuola, di cui circa un terzo in contesti di aiuto umanitario.
Si prevede che gli Aiuti Pubblici allo Sviluppo (ODA) destinati all’istruzione diminuiranno di 3,2 miliardi di dollari USA, con un calo del 24% rispetto al 2023, e che quasi l’80% dei tagli sarà a carico di soli tre Governi donatori. Tale diminuzione farebbe aumentare il numero di bambini non scolarizzati in tutto il mondo da 272 milioni a 278 milioni, l’equivalente di svuotare tutte le scuole primarie della Germania e dell’Italia messe insieme.
“Ogni dollaro tagliato all’istruzione non è solo una decisione di bilancio, ma mette a rischio il futuro di un bambino”, ha affermato Catherine Russell, Direttrice generale dell’UNICEF. “L’istruzione, soprattutto in situazioni di emergenza, spesso funge da ancora di salvezza, collegando i bambini a servizi essenziali come la salute, la protezione e la nutrizione. Inoltre, offre ai bambini la migliore opportunità per sfuggire alla povertà e costruirsi una vita migliore”.
Secondo l’analisi, l’Africa occidentale e centrale subiranno l’impatto più forte, con 1,9 milioni di bambini a rischio di perdere l’istruzione, mentre il Medio Oriente e il Nord Africa potrebbero registrare un aumento di 1,4 milioni di bambini non scolarizzati, insieme a importanti regressi in tutte le altre regioni.
L’analisi rileva che 28 paesi dovrebbero perdere almeno un quarto dell’assistenza scolastica su cui fanno affidamento per l’istruzione prescolare, primaria e secondaria. Tra questi, la Costa d’Avorio e il Mali sono tra i paesi più a rischio, con un possibile calo delle iscrizioni del 4%, pari rispettivamente a 340.000 e 180.000 studenti.
L’istruzione primaria dovrebbe essere la più colpita in tutto il mondo, con una riduzione dei finanziamenti che dovrebbe essere pari a un terzo, aggravando la crisi dell’apprendimento e mettendo i bambini colpiti a rischio di perdere circa 164 miliardi di dollari di guadagni nel corso della loro vita.
In contesti umanitari, dove l’istruzione va oltre l’apprendimento, offrendo sostegno vitale, stabilità e un senso di normalità ai bambini traumatizzati, i finanziamenti potrebbero diminuire drasticamente, in alcuni casi con tagli pari ad almeno il 10% del bilancio nazionale destinato all’istruzione. Ad esempio, nell’ambito della risposta dell’UNICEF ai rifugiati rohingya, 350.000 bambini rischiano di perdere definitivamente l’accesso all’istruzione di base. Senza finanziamenti urgenti, i centri scolastici potrebbero chiudere, lasciando i bambini vulnerabili allo sfruttamento, al lavoro minorile e alla tratta.
I servizi essenziali come i programmi di alimentazione scolastica, che a volte rappresentano l’unico pasto nutriente della giornata per un bambino, potrebbero subire una riduzione dei finanziamenti di oltre la metà, anche il sostegno all’istruzione delle ragazze è destinato a diminuire in modo significativo.
I tagli su vasta scala a livello strutturale comprometteranno anche la capacità dei Governi di elaborare piani basati su dati concreti, sostenere adeguatamente lo sviluppo degli insegnanti e monitorare i risultati dell’apprendimento. Ciò significa che anche i bambini che continuano a frequentare la scuola potrebbero vedere compromesso il loro apprendimento, con almeno 290 milioni di studenti in tutte le regioni che, secondo le previsioni, dovranno affrontare un calo della qualità dell’istruzione.
L’UNICEF esorta i paesi donatori e partner ad agire immediatamente per proteggere l’istruzione attraverso le seguenti misure:
  • Ribilanciare gli aiuti all’istruzione affinché siano più equi ed efficaci, destinandone almeno il 50% ai paesi meno sviluppati;
  • Salvaguardare i finanziamenti umanitari all’istruzione e dare priorità all’istruzione come intervento salvavita insieme ad altri servizi essenziali;
  • Orientare gli aiuti all’istruzione verso l’apprendimento di base, concentrandosi sull’istruzione della prima infanzia e primaria, dove i rendimenti sono più elevati;
  • Semplificare l’architettura finanziaria globale in linea con l’iniziativa UN80 per migliorare l’efficienza;
  • Ampliare i finanziamenti innovativi senza sostituire i finanziamenti di base all’istruzione.
“Investire nell’istruzione dei bambini è uno dei migliori investimenti per il futuro, per tutti”, ha affermato Russell. “I paesi ottengono risultati migliori quando i loro bambini sono istruiti e in buona salute, e questo contribuisce a un mondo più stabile e prospero”.
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Foto: © UNICEF/UNI838800/Ackon

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