Forum Territoriale di Genova

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Indirizzo e recapiti

Indirizzo:
Vico Falamonica, 1/8
16123 Genova (GE)

Email: forumgenovese@ftsliguria.it; segreteriaforum@libero.it
Sito web: www.forumterzosettore.it/forum-nel-territorio/liguria/genova
Telefono: 0102759044

Data di costituzione: 20 dicembre 2001

Referenti

Portavoce: Kovac  Stefano    

 

Descrizione

 

Azioni realizzate

A seguito dell’approvazione della LR 42/12 “Testo Unico delle norme sul Terzo Settorela Regione Liguria ha riconosciuto il Forum Genovese come “Organismo Associativo Unitario di Rappresentanza del terzo settore” (DGR 978/14), e come tale è parte sociale riconosciuta. Ciò ha comportato anche una revisione statutaria (Statuto FTS Genovese)e una nuova articolazione territoriale che, nel caso del Forum Genovese del terzo settore, fa riferimento alla Conferenza dei Sindaci dei Comuni di: Genova, Cogoleto, Arenzano, Masone, Campoligure, Rossiglione, Tiglieto, Mele, Busalla, Crocefieschi, Isola del Cantone, Ronco Scrivia, Vobbia, Savignone, Casella, Montoggio, Valbrevenna, Campomorone, Ceranesi, Mignanego, Serra Riccò, S.Olcese, Fascia, Fontanigorda, Gorreto, Montebruno, Propata, Rondanina, Rovegno, Torriglia, Davagna, Bargagli, Lumarzo, Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Recco, Avegno, Uscio, Camogli.

Principali attività

Il Terzo Settore ha maturato nel percorso di questi ultimi anni la consapevolezza che il valore della solidarietà che accomuna tutte le sue componenti (imprenditoriali e associative, laiche e religiose, del lavoro e del volontariato) costituisce la sintesi della sussidiarietà che ha come diretto riferimento il dettato costituzionale che valorizza le formazioni sociali. Non solo, quindi, semplicemente spazi vuoti da riempire con azioni individuali meritorie ma soggetti sociali, formazioni sociali intermedie, da valorizzare per il contributo che portano. Il FTS Genovese intende promuovere e favorire, a livello di Conferenza dei sindaci di distretto,  l’istituzione di “Comitati locali”, per favorire la partecipazione di tutte le organizzazioni presenti e operanti nell’ambito distrettuale. Inoltre, intende interloquire con quelle realtà a carattere cittadino che, anche a seguito del riconoscimento a Organismo di rappresentanza da parte del Forum, potrebbero avere l’interesse ad aderire al Forum o a stabilire delle partnership strumentali.
Vedi: Assemblea soci Forum Terzo Settore territoriale Genova. Documento programmazione strategica 2014 – 2017

Il Forum Genovese promuove, sostiene e garantisce reti che realizzano Patti di sussidiarietà e promuove con l’Amministrazione Comunale di Genova tavoli di programmazione per attività e servizi negli ambiti sociali (Protocollo di intesa FTS e Comune), educativi, sportivi, per minori adolescenti e giovani (Protocollo di intesa FTS e Assessorato scuola, sport e pol. giovanili del Comune), di servizio civile, di educazione al lavoro e per lo sviluppo economico di Genova (Protocollo di intesa con Assessorato sviluppo economico Comune GE).
A settembre 2015 è stata siglata una intesa tra Prefettura, Comune e FTS Genova per lo svolgimento di attività di utilità sociale da parte dei richiedenti asilo attualmente ospitati nelle strutture genovesi accreditate. Gli interventi saranno possibili sotto la regia del Comune e con l’accompagnamento di operatori qualificati del terzo settore, nell’ambito della normativa che regola le prestazioni di volontariato (Protocollo di intesa con Prefettura e Comune per attività di volontariato con migranti).

Nei primi mesi del 2016, anche con il contributo dell’elaborazione del FTS Ligure (vedi in pagina precedente: maggio 2015: documento di proposta “Il welfare che verrà, come lo vogliamo noi, offerto al dibattito delle forze politiche e sociali liguri; luglio 2015: sulla scorta del patto di sussidiarietà “Interventi di comunità per gli anziani e invecchiamento attivo”, documento “In Liguria una strategia per vincere la sfida del cambiamento demografico”; marzo 2016: agli Stati Generali della Sanità Ligure: Proposte su Libro Bianco Sanità ligure) il FTS Genovese ha elaborato una proposta offerta al dibattito delle forze politiche e sociali cittadine dal titolo: “Riprogettazione del sistema di domiciliarità e di servizi per gli anziani nel territorio metropolitano genovese”.

Dalla fine degli anni ’90 il ruolo di “funzione pubblica” è stato esercitato, oltre che dalla Pubblica Amministrazione, che ha mantenuto la presa in carico e il ruolo di verifica e controllo, anche dal terzo settore attraverso le attività di segretariato sociale, anche se limitate alle fragilità semplici.

Questa funzione ha rappresentato una grande innovazione del sistema che si è accompagnata anche alla possibilità di gestire in modo più flessibile alcune attività (sempre riferite alle fragilità semplici).

Tale grande evoluzione del sistema, che avrebbe potuto rivelarsi il trampolino di lancio per una vera e propria rivisitazione del servizi rivolti agli anziani sul comune di Genova, ha incontrato non poche difficoltà, alcune tecniche ma moltissime ideologiche, che negli anni hanno portato a resistenze di vario tipo, senza valutarne i risultati, ritornando di fatto ad una gestione puramente prestazionale e quindi sicuramente meno orientata alle esigenze vere dell’anziano.

Oggi sul territorio genovese è possibile riorganizzare i servizi domiciliari, con una rinnovata tensione universalistica, che ne rafforzi la natura di servizio pubblico. Pubblica Amministrazione e Terzo Settore sono chiamati ad un nuovo patto che attui la “funzione pubblica” assicurando alla comunità un sistema di welfare society che comprenda un ventaglio di offerte in grado di rispondere alla domanda ampia e diversificata di interventi domiciliari della popolazione anziana e delle famiglie.

Lo scenario è quello di un sistema di accreditamento aperto, con ruoli definiti e diverse tipologie di PIA (Piani Individualizzati di Assistenza).

La presa in carico da parte della Pubblica Amministrazione con il “PIA obiettivo” permette di definire i tempi della presa in carico, gli obiettivi e le finalità del progetto, la spesa sociale oltre le necessità generali che sono state rilevate all’atto della valutazione iniziale.

A questo punto l’anziano (o chi ha la facoltà di decidere) può scegliere all’interno del Centro multiservizi, il soggetto erogatore (indicativamente la rete di soggetti) che garantirà a sua volta una presa in carico esplicitata attraverso un “PIA specifico“ che permetterà di dettagliare le attività da svolgere con il coinvolgimento, laddove possibile, dell’anziano e del proprio contesto famigliare oppure, nelle situazioni dell’Area Presa in carico (c), dove non è presente il contesto famigliare e l’anziano non è in grado di agire in autonomia, in collaborazione con i servizi sociali comunali.

Il “PIA specifico“ così definito viene consegnato alla struttura pubblica per la sua vidimazione. Il “PIA specifico“ rappresenta la concretizzazione di quanto indicato dai servizi sociali e sarà gestito direttamente dal soggetto accreditato in un’ottica di “funzione pubblica” nella quale il soggetto erogatore è parte integrante del sistema.

Saranno previsti momenti di verifica e di controllo, funzioni che rimangono in capo direttamente alla Pubblica amministrazione da indicare nel “PIA obiettivo” iniziale.

La gestione delle relazioni e degli interventi sarà di competenza del soggetto accreditato e agito dallo stesso in autonomia (questo permette anche di modificare in corso il “PIA specifico” relazionandosi con l’anziano, con i famigliari o direttamente con i servizi sociali nelle situazioni relative all’Area della Presa in carico (c).

Questo sistema deve necessariamente integrarsi e interagire con gli altri servizi rivolti agli anziani presenti sul territorio.

Pertanto sarà necessario, per la città metropolitana di Genova, che i servizi di carattere e valenza regionale (in particolare i Custodi sociali, il Call Center e i progetti di ICA), rientrino gestionalmente in questo sistema in modo da interagire con lo stesso e non creare inutili sovrapposizioni con conseguente confusione e spreco di risorse. Il Centro Multiservizi, deve essere in grado, dimostrandolo all’atto dell’accreditamento, di poter svolgere il ruolo di “funzione pubblica” sopra descritto, oltre ad erogare tutti i servizi e le attività ricomprese nel primo livello di accreditamento.

 

 

 

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