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“Sperduti”: quei minori stranieri che raggiungono l’Italia da soli

Nel 2016 i bambini sbarcati sulle coste italiane hanno raggiunto un numero record: 28.223 su un totale di 181.436 persone sbarcate, dato che supera quello registrato nel 2014, anno dell’operazione umanitaria Mare Nostrum. È quanto emerge dal rapporto “Sperduti. Storie di minorenni arrivati soli in Italia”, presentato il 30 maggio dall’UNICEF e dal CNR-IRPPS (Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali) nell’ambito del convegno “Per ogni bambino sperduto”, organizzato in collaborazione con la Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza. Il rapporto punta a rilevare il vissuto dei minorenni in relazione alla loro esperienza migratoria e ricostruire il loro percorso verso l’Italia.

Secondo il rapporto, oggi in tutto il mondo un minorenne su settanta vive al di fuori del Paese di nascita. Quasi 12 milioni di bambini migranti nel mondo vivono in Asia. Alcuni Paesi, tra cui il Libano, la Giordania e il Messico, presentano alte percentuali di minorenni rispetto alla popolazione complessiva di migranti (rispettivamente 43, 46 e 62%). In altri Paesi, tra cui l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, il Canada e gli Stati Uniti, i bambini migranti rappresentano una percentuale relativamente piccola, tuttavia il numero è molto alto poiché è alto il numero complessivo della popolazione migrante.

Per quanto riguarda l’Italia, al mese di ottobre del 2016 i minorenni stranieri non accompagnati che hanno presentato una domanda d’asilo sono stati 4.168, ovvero il 48,3% dei minorenni (accompagnati e non) e il 4,2% rispetto al totale (adulti + minorenni) dei richiedenti asilo. Secondo i dati Eurostat, con 4.070 richieste di protezione presentate dai minorenni, nel 2015 l’Italia si posizionava al sesto posto in Europa. Nel corso dello stesso anno, i principali Paesi di cittadinanza sono stati Gambia, Nigeria e Mali.

Negli ultimi anni, inoltre, il numero dei minorenni irreperibili in Italia ha subìto un’evidente crescita: sono passati infatti dai 1.754 del 2012 ai 6.508 di fine novembre 2016. In termini percentuali, hanno raggiunto la massima incidenza nel corso del 2015 arrivando al 34% del totale dei minorenni non accompagnati (presenti nelle strutture + irreperibili), valore che a fine novembre 2016 è sceso al 27,4%.

La pubblicazione dell’UNICEF si compone di una sezione rivolta alla descrizione delle fonti statistiche disponibili, una di analisi dei dati e un’ultima dedicata alle interviste di un gruppo di minorenni arrivati in Italia dopo il 2014.

“Ciò permette di restituire volti e storie ai minorenni coinvolti nelle migrazioni, approfondendo le motivazioni che spingono a spostarsi, valutando se esiste un legame di causa-effetto tra il Paese di provenienza e la riuscita della migrazione, analizzando storie di ‘successo’ o ‘insuccesso’ degli esiti, approfondendo il caso dei minorenni irreperibili e i percorsi da essi intrapresi”, ha dichiarato Giacomo Guerrera, Presidente dell’UNICEF Italia. “In questo contesto, al fine di analizzare la condizione dei minorenni migranti e rifugiati giunti in Italia, è stata avviata una collaborazione con l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (IRPPS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) che dei temi migratori si occupa da anni,” ha continuato Guerrera.

“L’indagine mira a costituire sia un valido e aggiornato strumento di advocacy da adoperare insieme alle istituzioni rispetto alla condizione dei minorenni migranti e rifugiati giunti sul territorio con i recenti arrivi (via mare e non), sia una pubblicazione volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle cause che spingono i minorenni e le loro famiglie a migrare, sulle situazioni che affrontano lungo le rotte attraversate e sulle condizioni che si trovano a vivere una volta giunti in Italia”, ha sottolineato Corrado Bonifazi, Direttore dei CNR – IRPPS. “L’indagine vuole anche essere uno strumento utile per individuare piani di intervento sistematici per far sì che l’attenzione ai più recenti arrivi via mare, non abbia carattere esclusivamente emergenziale. Venga così garantita piena tutela dei diritti di questi minorenni, in conformità agli obblighi contratti dall’Italia a livello internazionale e da quanto previsto dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza,” ha concluso Bonifazi.

 

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