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Riflettori accesi sui livelli essenziali delle prestazioni per i minorenni

DSC_5041Fonte: www.garanteinfanzia.org

Presentato il documento di proposte. Un primo contributo volto a riavviare il dibattito sulla parità di accesso ai diritti civili e sociali

“Occorre definire quanto prima i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti i diritti civili e sociali dei bambini e degli adolescenti”. Perché “riportare tutti i bambini a un nastro di partenza comune, affinché abbiano gli stessi diritti in tutta Italia, sarebbe la riforma delle riforme”. Lo ha detto il Garante Vincenzo Spadafora presentando oggi il documento di proposta per la definizione dei LEP, alla presenza – tra gli altri – del Ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.

Il documento è stato elaborato dal Tavolo sui Livelli delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali dei minorenni, promosso dall’Authority su impulso della rete “Batti il cinque!” (Save the Children Italia, Agesci, Arciragazzi, Cgil, CNCA, Consiglio nazionale ordine Assistenti sociali, e Unicef Italia), con il coinvolgimento dei Garanti regionali e di altre realtà associative ed esperti del settore.

La filosofia del lavoro è riassumibile in poche parole: in Italia manca una strategia politica che definisca le modalità per garantire prestazioni ovunque e a tutti i soggetti da 0 a 18 anni, come stabilito in materia di diritti civili sia dalla Costituzione sia dallaConvenzione Onu sui diritti dell’infanzia. Disparità di trattamento da regione a regione e in certi casi da zona a zona; impossibilità di avere alcune prestazioni; assenza di standard strutturali e di strumenti normativi. Cosa fare allora? La proposta Verso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni per i bambini e gli adolescenti ha anche lo scopo di essere uno stimolo al legislatore e al programmatore per fare ordine e garantire pari accesso ai diritti su tutto il territorio nazionale. Un compito assegnato all’Authority dalla sua stessa legge istitutiva (art.3)

Evitare cioè parcellizzazioni di competenze e prevedere “azioni di sistema”, ragionare sulla definizione dei LEP e impegnarsi a garantirli, perché non si può tollerare che un bambino nato in una regione “dimenticata” o in una famiglia in difficoltà non possa ricevere ciò che gli spetta di diritto, per crescere sano e diventare una persona consapevole.

Il lavoro è stato impostato con un approccio partecipato: ricevendo contributi e commenti. Questo documento è un primo tentativo di sintesi: non pretende di essere esaustivo, né completo, quanto piuttosto rappresentare un primo esercizio, un documento sul quale lavorare ulteriormente, senza perdere però, l’impianto proposto.

“La povertà sta minando l’affermazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Il Governo e il Parlamento devono intervenire”, ha sottolineato Spadafora; “in questa situazione di crisi siamo consapevoli di non poter chiedere chissà quali risorse ma dobbiamo intervenire con i Livelli essenziali perché la povertà materiale si eredita”. Il Garante ha poi rimarcato la “mancanza di una cabina di regia politica sull’infanzia” anche perché “parlare di Livelli essenziali di prestazione non è materia di un solo Ministero”. Ed è per questo motivo che il Garante ha auspicato “che il Ministro Boschi” possa fare da portavoce affinché il Governo accolga il nostro lavoro come un punto di partenza comune”.

Sul tema dell’infanzia e contro le disparità di condizioni di partenza dei bambini molto lavoro è stato fatto, ma “bisogna fare di più”. A partire, “nei prossimi mesi”, “dall’individuazione dei loro bisogni” e proseguendo con l’avvio di “un tavolo permanente in Conferenza Stato Regioni“. Così il Ministro Boschi che ha poi sottolineato come, sul tema dell’infanzia, bisogna essere ambiziosi e che “dobbiamo investire sulla centralità del tema prima ancora che sulle risorse che possiamo mettere a disposizione”. Ed ha poi concluso ricordando come “gli anni di crisi ci hanno consegnato dati crescenti sulla povertà relativa e assoluta e molto diversi fra nord e sud” dove la povertà assoluta raddoppia. “Il lavoro che dobbiamo fare è impegnativo perché dobbiamo aiutare a recuperare alcune regioni rimaste indietro”.

La definizione dei LEP, ha affermato la coordinatrice di Batti il Cinque!, Liviana Marelli, “chiede una scelta politica chiara, che deve tenere conto dei principi costituzionali, dell’esigibilità e azionabilità dei diritti, del principio di non discriminazione, dell’investimento sul presente e sul futuro e della multidimensionalità dei livelli essenziali”. “É arrivato il momento – ha concluso Andrea Morrone, professore di diritto costituzionale – di elaborare uno statuto unico sull’infanzia nel quale enunciare i valori essenziali da garantire ai bambini e che consenta all’amministrazione di implementarli. Questo documento può essere la base di partenza.”

****Dai diritti civili a quello all’educazione, dalla salute al diritto al gioco e alla vita culturale, dalla non discriminazione alla condizione dell’ambiente familiare, il documento individua le “prestazioni essenziali per l’effettivo esercizio dei diritti” dei minori e indica “azioni di sistema perché siano erogabili ed esigibili”.

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