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Rapporto ASviS 2017: Italia in ritardo su attuazione Agenda 2030

Il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini: “Urge un profondo cambiamento culturale. Per questo abbiamo creato strumenti innovativi di analisi per valutare la condizione dell’Italia rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile e disegnare politiche integrate”. 

 

L’Italia non è su un sentiero di sviluppo sostenibile e la ripresa economica, da sola, non risolverà i problemi che pongono l’Italia tra i Paesi europei con le peggiori performance economiche, sociali e ambientali. Il nostro Paese è indietro su povertà, disoccupazione, disuguaglianze, degrado ambientale, mentre registra un miglioramento nei campi dell’educazione, della salute e dell’alimentazione, pur restando lontano dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile che riguardano questi temi. Inoltre, l’Italia è in ritardo nell’adozione di strategie fondamentali per garantire il benessere e un futuro alla generazione presente e a quelle che verranno, come quelle relative all’energia, alla lotta al cambiamento climatico ed economia circolare. Se non si transiterà rapidamente verso un modello di sviluppo sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale l’Italia non riuscirà a raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals nell’acronimo inglese), né quelli che prevedono una scadenza al 2020 né quelli riferiti al 2030, come pure si è impegnata a fare sottoscrivendo l’Agenda 2030 dell’ONU il 25 settembre del 2015.
Eppure si potrebbe fare molto, anche nel breve termine, per cambiare tale situazione. Interventi di natura amministrativa da adottare prima della scadenza dell’attuale legislatura, completare l’iter di approvazione di importanti leggi in discussione in Parlamento, avviare un’ampia opera di educazione e sensibilizzazione verso i giovani, le imprese e le istituzioni pubbliche, inserire gli SDGs nella programmazione dei Ministeri e degli altri enti pubblici. Infine, serve l’impegno dei partiti e dei movimenti politici a fare del prossimo quinquennio la “legislatura per lo sviluppo sostenibile”, così da consentire al Paese di recuperare i ritardi e realizzare i cambiamenti necessari per centrare gli SDGs.

Sono questi, in estrema sintesi, i messaggi e le proposte contenute nel Rapporto 2017 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), la più grande rete di organizzazioni (tra cui il Forum Terzo Settore) che si occupano di sostenibilità in Italia, nata all’inizio dell’anno scorso su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”.

Il Rapporto, realizzato grazie al contributo di centinaia di esperti appartenenti alle organizzazioni aderenti all’ASviS, presentato il 28 settembre alla Camera dei Deputati, offre una lettura completa e originale della situazione dell’Italia rispetto alle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile. Grazie all’utilizzo di indicatori sintetici e modelli analitici innovativi, presentati per la prima volta in questa sede, il Rapporto 2017 fornisce una visione chiara delle tendenze in atto nelle 17 aree degli SDGs e dei possibili scenari futuri in base alle diverse politiche adottate. Ma, soprattutto, il Rapporto contiene proposte concrete e dettagliate rivolte al Governo, alle istituzioni nazionali e territoriali, alle imprese per migliorare il benessere delle persone, ridurre le disuguaglianze e aumentare la qualità dell’ambiente, una sorta di “programma di legislatura” sottoscritto da gran parte della società civile italiana.
“Il Rapporto ASviS conferma che, sebbene crescano nel mondo la consapevolezza della necessità di cambiare modello di sviluppo e le iniziative che spingono verso questa transizione, l’Italia è ancora molto distante da una condizione di sostenibilità economica, sociale, ambientale e istituzionale. Inoltre, molti dei provvedimenti presi nell’ultimo anno, pur andando nella giusta direzione, non assicurano la necessaria trasformazione del Paese in grado di rispettare gli impegni internazionali, come l’Accordo di Parigi”, afferma il Presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini. “La distanza dagli altri Paesi europei resta troppo ampia e sono ancora troppo forti in Italia le disuguaglianze territoriali, socio-economiche e di genere”.
Il Rapporto ASviS 2017, oltre a indicare i punti di forza e di debolezza del Paese rispetto agli SDGs, propone misure di breve e medio termine per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile. In particolare, suggerisce di:
• completare l’iter di approvazione di leggi (consumo di suolo, gestione delle acque, ecc.) e di strategie (energetica, economia circolare, lotta ai cambiamenti climatici) cruciali per il futuro del Paese;
• dettagliare la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile anche in termini quantitativi e rendere operativa la sua governance, ad esempio con la trasformazione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) in Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile;
• adottare provvedimenti urgenti per il raggiungimento dei 22 Target che prevedono una scadenza al 2020.
“Auspichiamo anche che il Governo predisponga entro il 2017 Linee guida per le amministrazioni statali  affinché applichino standard ambientali e organizzativi che contribuiscano al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, sottolinea Giovannini. “Analogamente, l’ASviS lavorerà con le organizzazioni imprenditoriali per aiutare l’intero sistema produttivo a comprendere le opportunità, anche di business, legate all’attuazione dell’Agenda 2030.
Proseguirà poi l’azione intrapresa, in collaborazione con il Governo e la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, per realizzare un programma capillare di educazione alla sostenibilità. Avvierà iniziative sul territorio per rafforzare, soprattutto tra i giovani, la consapevolezza della necessità di un profondo cambiamento e la presa di coscienza dell’importanza dell’Agenda 2030”.
Il Rapporto dimostra anche che è possibile cambiare in profondità il modo con il quale si disegnano e valutano le politiche pubbliche. Infatti, grazie ad un modello sviluppato in collaborazione con la Fondazione ENI Enrico Mattei (Feem), il Rapporto mostra i risultati attesi di politiche orientate a considerare simultaneamente le dimensioni economiche, sociali e ambientali dello sviluppo e la loro efficacia per lo sviluppo del Paese da oggi al 2030, mostrando come un approccio integrato consenta di realizzare importanti sinergie rispetto all’attuazione di interventi specifici e non coordinati tra di loro.
“Abbiamo introdotto nuovi modelli di analisi perché solo conoscendo i fenomeni e attuando politiche sinergiche e coordinate sarà possibile immettersi sulla strada della sostenibilità”, sottolinea il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini. “I prossimi mesi saranno decisivi, sia per completare la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile collegandola alla programmazione economico-finanziaria in vista del DEF 2018, sia per convincere le forze politiche a inserire nelle piattaforme elettorali piani per il raggiungimento degli SDGs. Servono misure immediate, e lontane dall’approccio business as usual, per migliorare il benessere, l’equità e la sostenibilità dell’Italia, e la sua posizione rispetto ai partner europei”.

Per monitorare la situazione del Paese rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile, quest’anno l’ASviS ha introdotto una serie di strumenti statistici e analitici originali e innovativi, un unicum nel panorama internazionale. In particolare, sono stati costruiti, partendo dagli indicatori statistici selezionati dall’ONU e messi a disposizione dall’Istat, indicatori compositi relativi ai singoli SDGs in grado di fornire una misura sintetica e agile del percorso di avvicinamento, o di allontanamento, agli stessi. Da questa prima analisi emerge un miglioramento per nove Obiettivi (Fame e alimentazione, Salute e benessere, Educazione di qualità, Uguaglianza di genere, Infrastrutture resilienti, Modelli sostenibili di consumo, Riduzione dei gas serra per combattere il riscaldamento climatico, Tutela dei mari e Giustizia per tutti), un sensibile peggioramento per quattro (Povertà, Gestione delle acque, Disuguaglianze ed Ecosistema terrestre), mentre la situazione resta statica per i restanti quattro (Energia, Occupazione, Città sostenibili e Cooperazione internazionale). Ciononostante, anche per le aree dove si registrano miglioramenti la distanza rispetto agli Obiettivi fissati per il 2020 e il 2030 resta molto ampia.
Infine, per permettere agli utenti di condurre ulteriori analisi sulla posizione dell’Italia, l’ASviS, insieme a Forum PA, ha creato una banca dati interattiva e consultabile gratuitamente online dal sito www.asvis.it, un vero e proprio osservatorio che permette di visualizzare i valori e gli andamenti degli indicatori per i diversi SDGs attraverso grafici, mappe e tabelle, di esportare i dati ed eseguire confronti tra regioni e macroregioni su più indicatori anche di Goal diversi.

Scarica il rapporto completo: REPORT_ASviS_2017_WEB

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