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Il Terzo settore e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – Rapporto 2017

“Il Terzo settore e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” è il primo rapporto del Forum Terzo Settore – presentato in occasione di “Venti di partecipazione” (guarda qui il video) che presenta l’impegno  dei propri associati nel perseguimento e nella promozione degli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, raccogliendo più di 200 esperienze concrete. Oltre a testimoniare la qualità dell’azione e la visione di lungo periodo del Terzo settore italiano nel costruire una società sostenibile, il documento si inserisce come un ulteriore tassello nel processo di acquisizione di consapevolezza della propria identità da parte delle organizzazioni. Il Rapporto si può leggere come un primo tentativo di dare volto e consistenza ai numeri del Forum, rispondendo alla domanda “qual è il contributo del Terzo settore italiano alle sfide di cambiamento sociale e di prosperità economica per le persone e le comunità?”.

Qui il rapporto: Terzo settore e gli obiettivi di sviluppo sostenibile – 2017 e la versione sintetica online: Rapporto online Il Terzo settore e gli obiettivi di sviluppo sostenibile

Qui l’abstract del rapporto: ABSTRACT_Il Terzo Settore e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili

Qui le slides con la sintesi dei dati principaliSlide Forum SDGs

Qui il link a tutte le esperienze raccolte nel rapportohttp://www.forumterzosettore.it/2017/10/30/il-terzo-settore-e-gli-obiettivi-di-sviluppo-sostenibile-2/


Di seguito si riporta la prefazione della portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore, Claudia Fiaschi:

“Il 2017 è stato un anno particolare e contraddittorio. Da una parte la crisi del progetto Europa, a cominciare dalla Brexit, dalla crisi gravissima anche per le sue conclusioni in Catalogna, dallo scollamento tra i Membri dell’Unione su alcuni principi fondamentali di rispetto dei diritti a partire dal tema gravissimo delle migrazioni e di come sembri difficile arrivare a una politica condivisa, solidale tra Paesi e accogliente, seppure realistica, nei confronti delle popolazioni migranti.

L’aggravarsi anche in Italia di alcuni problemi cruciali: la disoccupazione giovanile giunta a giugno 2017 al 35,4%, contro il 18,7% della zona euro (dati Eurostat), la frammentazione sociale crescente, la crescita delle diseguaglianze, i referendum autonomisti, un crescente sentimento di intolleranza verso lo straniero. Eventi che sono il racconto della difficoltà delle nostre comunità e delle nostre forme istituzionali di contemperare prosperità individuale e prosperità collettiva, progresso tecnologico e economico e promozione umana. Sono il racconto di una illusione, quella che sarà più facile portare in salvo la propria barca, se eviteremo di portare in salvo le barche degli altri.
Ma il 2017 è anche l’anno della sottoscrizione del Pilastro Europeo dei diritti sociali, primo passo delle istituzioni EU per la costruzione di una cittadinanza europea, basata non solo sul mercato, ma su alcune sfide sociali condivise: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque, accessibilità per tutti di una protezione sociale adeguata e sostenibile. L’anno in cui sono stati definitivamente approvati i decreti attuativi della Riforma del Terzo settore che riconosce ai diversi soggetti del terzo settore italiano un ruolo decisivo nella costruzione di un modello di sviluppo sociale ed economico inclusivo e sostenibile.
E’ L’anno del reddito di inclusione (REI) e dell’adozione finalmente, anche in Italia, di una strategia strutturale di contrasto alla povertà. E’ anche l’anno in cui il Forum Nazionale del Terzo Settore compie 20 anni, ha rinnovato i suoi organi sociali e i suoi strumenti di partecipazione, scommesso su una agenda politica complessa e ambiziosa, rimesso al centro il valore peculiare dell’apporto civile e sociale del Terzo settore italiano, rinnovato un impegno condiviso per la qualità e l’etica organizzativa delle nostre reti, attivato percorsi intenzionali per il ricambio generazionale nelle nostre realtà associative.

Il Forum oggi è impegnato a rappresentare l’impegno civile e sociale di circa 141.000 enti del terzo settore, organizzati nelle 81 reti aderenti. Numeri importanti, circa il 50% del terzo settore italiano, ma il valore di un mondo non sta nei suoi numeri, ma nel “senso” e nella “direzione” che quei numeri sottendono. Questa ricerca è solo un primo tentativo di dare volto e consistenza in termini di senso e direzione ai numeri del Forum, dando risposta ad una domanda tutto sommato semplice: qual è il contributo del Terzo settore italiano alle sfide di cambiamento sociale e di prosperità economica prioritarie per le persone e le comunità?
I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU ci sono sembrati una buona cornice ed un’efficace unità di misura per rileggere la “goccia” dell’azione di ciascuno, con lo sguardo “all’oceano”, all’insieme dei cambiamenti sociali desiderabili nel nostro Paese, in Europa, nel Mondo.

Una grande occasione per lavorare insieme e riconoscere ciascuno “la goccia dell’altro”, il primo mattone per costruire un’utile, consapevole e convinta convergenza delle nostre visioni, azioni, progetti, competenze e risorse su obiettivi di prosperità sociale condivisi. Abbiamo scoperto cose semplici, ma non scontate. Le organizzazioni del Forum sono in buona parte impegnate in almeno 9 obiettivi di sostenibilità, per avere maggiore impatto buona parte dei progetti e delle iniziative sono realizzate grazie a alleanze e partenariati con altri soggetti di terzo settore, con le istituzioni, le banche, le imprese.

Insomma, un Terzo settore italiano consapevole che la promozione del benessere, il superamento delle diseguaglianze e una prospettiva di pace passano dalla capacità non solo di farsi prossimo rispetto a emergenze sociali e sanitarie, ma anche di affrontare problemi strutturali e sistemici (modello economico, finanziario, sociale e produttivo, ambiente, stili di vita, …) e che la collaborazione tra i diversi soggetti della comunità rende migliore e più efficace l’azione di ciascuno. Questa consapevolezza è preziosa per inaugurare l’alba di una nuova comunità umana, più capace di muovere i suoi passi verso una diffusa prosperità”.

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