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Acli: “Urgente potenziare assistenza sul territorio con maggiore chiarezza e misure specifiche per colf e badanti”

“Stiamo invitando la gente a stare a casa ma proprio per questo è urgente che siano inserite nel decreto economico sull’emergenza risorse ingenti per potenziare tutte quelle attività che permettono alle persone di essere assistite a casa loro” afferma Emiliano Manfredonia, Vicepresidente nazionale vicario ACLI e Presidente del Patronato ACLI. “In un paese come il nostro, con tanti anziani soli e che spesso non hanno un parente nel proprio comune, va potenziato e messo nelle condizioni di lavorare tutto il mondo del sostegno alla domiciliarità, a cominciare prioritariamente dal presidio di pubblica utilità di assistenza domiciliare che svolgono molte cooperative sociali con i propri operatori, fino a rendere sicuro e organizzato il lavoro di colf che assistono anziani e famiglie”.

Infatti “a seguito del DPCM dell’11 marzo scorso in cui vengono interrotti anche i cosiddetti servizi alla persona, chiediamo che il governo faccia chiarezza sul lavoro di assistenza familiare e sul lavoro domestico”. Ha aggiunto Giamaica Puntillo, Responsabile nazionale Acli Colf, in una nota che chiede chiarimenti al Governo circa il lavoro di 800.000 persone tra assistenti familiari e collaboratori domestici che garantiscono, soprattutto in questo periodo di emergenza, assistenza, compagnia ma anche prestazioni per la conduzione della casa come pulizie, spesa e preparazione dei pasti a persone che spesso hanno difficoltà a provvedere in autonomia. “Chiediamo che sia esplicitamente chiarito – ha continuato Puntillo – che oltre a consentire prestazioni di assistenza domiciliare a favore di anziani, minori e non autosufficienti (con tutte le dovute misure di protezione e anche con un’adeguata informazione per lavoratori e datori di lavoro), siano consentite, laddove necessarie, le attività di assistenza familiare e lavoro domestico inquadrate dal contratto colf e badanti”.
Nella nota inoltre viene chiesto al Governo di:

  • prevedere che laddove la famiglia possa interrompere la collaborazione, o per maggiore sicurezza della salute delle parti e di tutti o perché in questo momento non ritenuta essenziale, non sia obbligata a procedere al licenziamento, ma possa avvalersi di una sospensione prevedendo anche per questa categorie (colf e badanti) una forma di integrazione salariale (cassa in deroga, fis..);
  • prevedere, per questo lavoro a domicilio, una dotazione di materiali protettivi (disinfettante e mascherine) e una adeguata campagna informativa specifica, in collaborazione con le organizzazioni di rappresentanza e con i Patronati.

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