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FISH: no all’autonomia differenziata, sì a quella solidale

L’approvazione del disegno di legge sull’autonomia differenziata, che dovrebbe diventare legge entro la fine dell’anno, consentirà alle Regioni più ricche di gestire in autonomia buona parte delle proprie risorse. Di conseguenza le Regioni più povere avranno minore capacità di spesa. E, nei fatti, queste ultime sono quelle del Mezzogiorno. Andranno in affanno per cercare di garantire, con la fiscalità generale, i servizi minimi essenziali. I LEP devono essere garantiti, come dice la legge, in maniera omogenea in tutta Italia, ma non sarà possibile se le risorse non saranno redistribuite dal governo centrale.

“Non potranno più essere garantiti i servizi minimi, aumentando, di fatto, le disparità territoriali e tra i cittadini. Saranno questi a pagare, ancora una volta, in termini di welfare e diritti. Ancora una volta gli errori della politica ricadranno sui cittadini.  D’altronde  è quello che già oggi accade nella sistema sanitario nonostante i LEA (livelli essenziali assistenza), che dovrebbero garantire prestazioni omogenee e di qualità su tutti i territori. In un momento storico difficile per il Paese sul piano economico e sociale, più che di autonomia differenziata sarebbe il caso di parlare di autonomia solidale. Un sistema in cui lo Stato sostiene le Regioni in maggiore difficoltà, soprattutto sul piano sanitario, sociale e dei diritti”. A dirlo il presidente di FISH, Vincenzo Falabella.

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