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Servizio Civile, “incomprensibile la politica su ispezioni e controlli”

Il 21 Giugno, insieme al Professor Andrea Volterrani dell’Università Tor Vergata di Roma, ad Angela Spinelli, Emilio Vergani e Paola Tola di Social Hub, esperti di valutazione e di Terzo settore, è stato affrontato il tema della costruzione di un modello per le valutazioni dell’impatto dei progetti di SCN sui giovani e sui territori. Un modello, come ha sempre fatto la CNESC, da condividere con le altre organizzazioni e con lo Stato e per il quale è stato definito un iter di lavoro con inizio a ottobre 2017 e conclusione a luglio 2018.

Un percorso di costruzione del Servizio Civile Universale “partito con il piede giusto” già dalla riunione della Consulta Nazionale del Servizio Civile del 19 giugno scorso, durante la quale si è stabilito che gli enti accreditati potranno proporre delle prime sperimentazioni su alcune innovazioni concrete: la durata del periodo di servizio civile, l’orario settimanale al minimo di 25 ore (oggi 30), un periodo fino a tre mesi di servizio in un Paese Ue, l’accoglienza di giovani con minori opportunità, un periodo di tutoraggio. “Partito con il piede giusto” perché la scelta è in capo all’ente, senza dirigismi nazionali o regionali e perché, almeno nel 2017, convive con la progettazione ordinaria, senza quindi escludere nessuno.

Al contrario appare sempre più incomprensibile la politica in tema di ispezioni e controlli, che da anni riguardano quasi esclusivamente gli enti dell’Albo Nazionale per i quali il Dipartimento ha programmato 505 ispezioni cui si aggiungono ora anche 300 controlli.

Nel bando 2016, oggetto di questa azione, sono impegnati  1.138 enti di cui 1.067 negli albi regionali e 71 nell’albo nazionale. Di questi  71, 47 – tutti di Terzo settore o del privato sociale religioso – saranno oggetto sistematico di controlli e ispezioni, 24 avranno una sola ispezione; poco o nulla è previsto per i 1.067 degli albi regionali.

Come già richiesto dalle Regioni, anche la CNESC ha chiesto il superamento della riduzione del punteggio sui progetti dell’anno successivo (deflettori) per tutelare i 24 enti che, con una sola sanzione per uno qualunque dei 20 motivi previsti dalla normativa, possono essere danneggiati nella graduatoria progetti dell’anno successivo.

“La CNESC”, si legge nel suo comunicato stampa, “si chiede con chi il Governo Gentiloni intenda realizzare il Servizio Civile Universale, gli enti degli albi regionali si interrogano se avranno un ruolo futuro, il Terzo settore  è messo sotto “alta sorveglianza”.

 

Alla CNESC aderiscono: Acli, Aism, Anpas, Arci Servizio Civile, Anspi, Avis Nazionale, Caritas Italiana, Cesc, Cnca, Comitato Italiano UNICEF, Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, Cong.P.S.D.P.Ist.don Calabria, Diaconia Valdese, Don Orione, Federazione SCS/CNOS – Salesiani per il sociale, Federsolidarietà / CCI, Focsiv, INAC, Legacoop, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, UILDM, UNITALSI, UNPLI. Osservatori: Movimento Nonviolento, Telefono Azzurro.

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