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Bar aperti e circoli chiusi: una discriminazione irragionevole e che non aiuta il Paese

Roma 14 gennaio 2021 – Sono migliaia i circoli e le associazioni di promozione culturale e sociale che da mesi vedono sospese le loro attività, a causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria. Molte di queste associazioni, per potersi autofinanziare effettuavano somministrazione di alimenti e bevande per i propri associati. Ora anche questa attività è stata interrotta e c’è il rischio della chiusura definitiva di questa importante rete di solidarietà e di socialità. 

È francamente incomprensibile il motivo per cui le attività di somministrazione di alimenti e bevande, effettuate nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza, siano autorizzate per i bar dei pubblici esercizi e vengano invece vietate per le associazioni – dichiara Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo SettoreLa situazione attuale rappresenta una insopportabile discriminazione per il Terzo settore, oggi allo stremo delle sue forze. Le attività di promozione sociale, oltre ad aiutare le persone più fragili e sole e che più stanno soffrendo gli effetti di questa crisi, sono fondamentali per la tenuta della coesione sociale delle nostre comunità. Spesso nei piccoli centri o nelle periferie i circoli rappresentano l’unica occasione di sana socialità. Lasciare ai circoli culturali e ricreativi la possibilità di riaprire le porte ai propri soci per un caffè o un pasto caldo, attività oggi consentita ai pubblici esercizi, permetterebbe un minimo di autofinanziamento in un momento in cui le risorse sono del tutto prosciugate.”

Peraltro – prosegue Fiaschiil finanziamento dei “ristori” per queste attività è drammaticamente inadeguato: 70 milioni, ancora non erogati, per un comparto economico che ha migliaia di occupati, sono evidentemente pochissimi.”

“Non ci sono motivazioni per scelte così penalizzanti: è necessario un intervento urgente e risolutivo da parte di Governo e Parlamento.” Conclude la Portavoce.

 

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