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Carabinieri per censire le RSA – Fiaschi: “Una decisione che ci preoccupa fortemente” 

Roma 21 maggio 2021 – “In seguito al comunicato stampa del Ministero della Salute sul protocollo sottoscritto con l’arma dei Carabinieri per censire le Residenze per Anziani, esprimiamo preoccupazione e forti perplessità. Attendiamo di leggere il protocollo prima di entrare pienamente nel merito, ma al momento non comprendiamo motivazioni e finalità della scelta di far intervenire l’arma dei Carabinieri per censire tali realtà.” Così commenta la Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore Claudia Fiaschi.  

Oggi la stima degli anziani che vivono in strutture residenziali è di circa 300 mila persone – dichiara Roberto Speziale, coordinatore della consulta WelfareInoltre ci sono le strutture in cui vivono le persone con disabilità e quelle con disturbi psichiatrici. Tra queste rientrano anche quelle nate grazie alla legge 112/2016 cosiddetta del ‘durante e dopo di noi’. Siamo consapevoli che possa esserci un problema di censimento di queste realtà, ma rivolgersi all’Arma non ci sembra la scelta più indicata, anche per il tipo di messaggio che rischia di passare. Ci lascia perplessi anche la durata del protocollo (tre anni) quando, se l’obiettivo come sembra e’ quello del censimento, sarebbero bastati tre mesi. Tali dati dovrebbero infatti già essere nella disponibilità di enti locali, aziende sanitarie e regioni. Così agendo si rischia piuttosto di criminalizzare queste strutture, che certamente vanno ripensate, anche alla luce delle esperienze legate alla pandemia, ma piuttosto per portare ordine normativo e mettere le realtà che lo necessitassero in condizione di adeguarsi a nuovi e più idonei standard organizzativi. Il tutto per poter continuare a svolgere al meglio il proprio importante ruolo all’interno di un sistema integrato di servizi di qualità che garantiscano centralità della persona, dignità e qualità di vita.

 “Allo stesso tempo – prosegue la Portavoce Fiaschi  – è certamente importante rafforzare le attività di assistenza domiciliare purché siano di qualità, e supportate da servizi e risorse adeguate, tenendo anche in debito conto le esigenze di coloro che a vario titolo se ne prendono cura e carico, a partire dai caregiver.

Chiediamo al Ministro Speranza – conclude Fiaschiun intervento per chiarire le finalità di questo accordo e garantiamo la nostra piena disponibilità a collaborare ad un censimento delle strutture residenziali ed a concorrere al miglioramento dei servizi residenziali così come di quelli legati all’assistenza domiciliare.

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