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Ai.Bi. Il nuovo volto dell’Adozione Internazionale: ora sono i Paesi che cercano le coppie

Caratteristiche dei bambini, geografia, coppie… Sono tanti gli elementi dell’Adozione Internazionale cambiati negli ultimi anni. Quello che rimane sempre uguale è il grido di abbandono a cui oggi più che mai serve dare risposta. A partire dai Paesi dell’Africa

 
Incontrare le coppie che si avvicinano all’adozione è sempre una grande emozione. Vedere nei loro occhi tanta speranza di riuscire ad arrivare a coronare il desiderio di diventare genitori, di crescere con amore quel figlio così atteso, di mettersi a disposizione per accogliere quel bambino che nel loro cuore ha già trovato spazio… è un arricchimento per tutti.
Ma se questo sguardo, da quando esiste l’adozione, è rimasto sempre uguale, cosa è cambiato “intorno”, rispetto al passato, per quel che riguarda l’adozione internazionale?
Si potrebbe rispondere: “il mondo”. Ma sarebbe un modo troppo semplice di sbrigarsela. Proviamo, allora, a capire meglio.

Bambini che richiedono attenzioni speciali
In primis sono cambiati i bambini, che sono più grandi di quelli di ieri, più fragili e, quindi, più bisognosi di attenzioni speciali. E tante volte, per questi bambini (ecco la seconda grande differenza rispetto al passato), sono i Paesi stessi che cercano le famiglie. Ma, non riuscendo a trovare la coppia più idonea ad accoglierli, chiedono aiuto agli Enti Autorizzati, inviando con sistematicità delle liste (le cosiddette e ormai famose neglect list) contenenti centinaia di nomi di bambini dichiarati adottabili. Sono elenchi anche molto corposi, spediti con la speranza di trovare qualcuno a cui segnalare le storie di quei bambini, magari un po’ più complesse delle altre, e riuscire così a ridare anche a loro, finalmente, il diritto di essere figli!

La differente geografia dell’Adozione riparte dall’Africa
Tra gli elementi di differenza rispetto al passato va poi annoverata anche la “geografia dell’adozione”, che muta piuttosto rapidamente. I Paesi che fino a qualche anno fa erano i più attivi e quelli da cui arrivava il maggior numero di bambini oggi o sono fermi, o hanno drasticamente ridotto il numero dei minori adottabili attraverso l’adozione internazionale, con conseguenti tempi di attesa per le coppie sempre più lunghi.
Proprio questi tempi sono una delle questioni che più spaventa le coppie, scoraggiate all’idea di dover aspettare magari anni prima di poter coronare il sogno di costruire una famiglia.
Eppure, non ovunque è così, perché ci sono ancora dei Paesi, in particolare alcuni africani, dove, purtroppo, il numero di minori abbandonati adottabili è ancora molto alto e dove vi è la possibilità di portare a termine l’adozione in tempi ragionevoli. Magari sono Paesi differenti rispetto al passato e a cui non si aveva pensato in precedenza, ma, come si diceva, è la geografia dell’adozione che sta cambiando, nell’ottica di continuare a rispondere al bisogno dei bambini abbandonati, ovunque essi si trovino.
Sono un esempio di questo tipo i quattro Paesi con i quali Ai.Bi. attualmente sta collaborando: GhanaNigeriaBurundi e Repubblica del Congo (o Congo-Brazzaville, per distinguerlo dalla confinante Repubblica Democratica del Congo, dove pure Ai.Bi. è autorizzata ma da anni si attende la firma sugli accordi bilaterali che permetterebbero la ripresa delle adozioni internazionali).
Gli ultimi abbinamenti arrivati per coloro che hanno dato mandato ad Amici dei Bambini ETS sono stati per coppie in attesa da meno di un anno e, inaspettatamente, per bambini di età prescolare e in buone condizioni di salute.
Sappiamo che il continente africano non è per tutti, che i criteri predittivi descritti nelle norme dei vari Paesi, e che le coppie devono avere, non sempre si sposano con la loro realtà familiare, in qualche caso per numero di anni di matrimonio, in altri casi per i tempi di permanenza nel Paese, ma anche questo fa parte del nuovo volto dell’adozione internazionale.
L’importante è capire il senso di questi cambiamenti, che non è assolutamente un modo per dire alle coppie di pensare a dei Paesi differenti perché lì c’è una maggiore probabilità e “facilità” di adozione; ma è un invito a mettersi, ancora una volta, dalla parte dei bambini: se, oggi, il loro grido di aiuto arriva da una direzione diversa, che magari non ci aspettavamo, è nostro dovere, come Ente autorizzato, girarci per ascoltarlo. E invitare tutte le coppie a fare lo stesso. Sempre e solo per rispondere a quel grido e ridare a quanti più bambini abbandonati (che purtroppo sempre ci saranno) il loro sacrosanto diritto ad avere una famiglia che li ami!

Informazioni e domande sull’adozione internazionale
Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it, oppure iscriversi a uno degli incontri formativi gratuiti per aspiranti genitori adottivi. Amici dei Bambini ETS organizza anche, su appuntamento e solo per coppie già in possesso del decreto di idoneità, incontri informativi one-to-one gratuiti, online o in presenza, presso le sedi regionali dell’Associazione.
Per vedere tutti gli appelli attualmente pubblicati si può andare alla pagina dedicata al progetto “Figli in attesa

Ufficio Stampa Ai.Bi. – Amici dei Bambini ETS
Francesco Elli – 
francesco.elli@aibi.it;  ufficiostampa@aibi.it
02.98822389 – 339.7230838

www.aibi.it

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